San Siro, Vittorio Sgarbi incassa le deleghe: "Lo stadio non verrà abbattuto"

La mossa del sottosegretario: a gennaio chiederò al nuovo soprintendente di porre il vincolo, Sala stia tranquillo

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi

Milano - "Le mie deleghe riguardano anche lo stadio di San Siro, in quanto patrimonio di architettura contemporanea, e adesso il sindaco Sala può dormire sonni tranquilli. A gennaio sottoporrò al nuovo soprintendente milanese il tema del vincolo storico, per scongiurare l’ipotesi di un abbattimento". Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ieri, con decreto del ministro Gennaro Sangiuliano, ha ricevuto le deleghe su "musei, aree e parchi archeologici statali (ad eccezione degli istituti dotati di autonomia speciale), arte e architettura contemporanea, sicurezza del patrimonio culturale". Proprio alla voce "architettura contemporanea" rientra lo stadio Meazza, segnando un punto nella partita che sta giocando Sgarbi per stoppare il progetto di Milan e Inter, che vorrebbero costruire un nuovo impianto di fianco a San Siro e demolire quest’ultimo per realizzare un distretto sportivo e commerciale in quell’area. Il sottosegretario, nei giorni scorsi, aveva annunciato un "vincolo per tutelare il monumento". E il sindaco Giuseppe Sala aveva scritto alla premier Giorgia Meloni per chiedere quali fossero "gli effettivi ambiti di competenza del sottosegretario", intervenuto a gamba tesa sul futuro di San Siro e anche sulla collocazione della Pietà Rondanini al Castello. Le deleghe ora sono state assegnate. E il sindaco Sala, dopo questo passaggio formale, afferma: "Sgarbi faccia quello che ritiene, non è nel mio stile rispondere alla battute. Se vorrà un incontro ufficiale, su questioni operative, siamo sempre disponibili".

Vittorio Sgarbi, che cosa cambia dopo l’assegnazione delle deleghe?

"In termini pratici cambia poco, ma viene formalizzata la competenza anche nel dare un indirizzo politico su certi temi, tra cui lo stadio di San Siro. Sono convinto che lo stadio non debba essere abbattuto, non tanto per il suo valore architettonico quanto per l’importanza come simbolo e per una tutela della memoria. Per questo, per quanto di mia competenza, compirò tutti i passi necessari per evitare che venga buttato giù".

Come si muoverà?

"A gennaio verrà nominato il nuovo soprintendente milanese, al quale sottoporrò subito la questione del vincolo storico-relazionale, previsto dall’articolo 10. La decisione, con la possibilità per il direttore generale del ministero di avocare la pratica, spetta al soprintendente: il vincolo potrebbe essere il suo primo atto dopo l’insediamento. Nessun ministro o sottosegretario può avviare un procedimento per stabilire un vincolo, ma lo può suggerire. Il tempo gioca contro l’abbattimento visto che nel 2024, in ogni caso, scatterà il vincolo automatico su un edificio che ha oltre 70 anni".

Il sindaco Sala aveva chiesto chiarezza a Meloni sul tema delle deleghe.

"Sala è intervenuto su un tema che non lo riguarda, sbagliando anche interlocutore visto che ad assegnare le deleghe è il ministro Sangiuliano. Ora può stare tranquillo. Io non ho niente contro Sala, ma non voglio che San Siro venga abbattuto".

Anche il ministro Salvini, però, è intervenuto chiedendo di accelerare su “uno stadio nuovo e moderno“. Una smentita nei suoi confronti?

"Salvini non ha mai detto che lo stadio deve essere abbattuto e, tra l’altro, altri esponenti della Lega hanno proposto addirittura un vincolo Unesco".

Che cosa le piacerebbe, andando oltre la partita sullo stadio, per Milano?

"Sarebbe bello avere una ruota panoramica. È stata installata a Firenze, con ottimi risultati. Perché non farla anche a Millano?".

 

 

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