
Nel quartiere popolare di San Siro vivono persone di 85 diverse nazionalità. (Newpress)
Milano, 18 maggio 2017 – Il racket degli alloggi? In piazzale Selinunte e dintorni «tutti sanno». Le voci del quartiere San Siro hanno trovato spazio su queste pagine più volte, l’ultima ieri. E la notizia dell’arresto di cinque uomini egiziani, tra i 23 e i 36 anni, accusati di gestire una «agenzia immobiliare» illegale delle case Aler non scompone gli abitanti. «Era ora. Speriamo che restino in carcere il più a lungo possibile», il tenore dei commenti.
Le indagini di Procura e commissariato Bonola, guidato dal vicequestore aggiunto Giuseppe Petralito, hanno fatto emergere un business criminale che andava avanti da oltre due anni: più di 800, si stima, le case controllate. Prima individuate, poi assegnate abusivamente ai «committenti» che per entrare abusivamente negli appartamenti sborsavano tra quattrocento e quattromila euro. Una piaga, quella delle occupazioni, che gli abitanti hanno sempre collocato in pole position tra i problemi del quartiere. E che ogni giorno o quasi ci siano invasioni non è una novità. Una situazione che esaspera gli inquilini regolari e anche i proprietari di casa: sì, perché c’è qualcuno che ha acquistato appartamenti ex Aler e che ora si pente.
Uno dei casi più eclatanti è quello di una famigliola, straniera, che vive a San Siro da 17 anni. Papà, mamma e figlio. «Abbiamo comprato casa 10 anni fa - racconta la mamma -, spendendo circa 120 mila euro per un bilocale. Non l’avessimo mai fatto: siamo disperati». E il motivo è dovuto ad occupanti abusivi «molesti». Nel caseggiato in cui vive questa famiglia ci sono circa 120 alloggi, alcuni ormai privati (circa il 30 per cento) e la maggior parte di proprietà Aler. «Due anni fa l’appartamento vicino al nostro è rimasto vuoto perché la signora anziana che lo abitava, un’inquilina Aler, è deceduta. Avevemo proposto di acquistarlo ma ci è stato detto di no. Ed è stato occupato quasi subito da una donna incinta, araba, con altri bambini. Più il marito. L’anno dopo anche la casa di sopra è stata occupata, da una famiglia in combutta con l’altra.
Ogni notte ci sono viavai per le scale, persone che salgono con le valigie. Poi urla e tonfi che non ci fanno dormire. Abbiamo provato a lamentarci e abbiamo trovato la casella della posta completamente distrutta. Un’altra volta ci è stata rubata la mascherina che copre il campanello. Non solo: ignoti hanno tentato di introdursi a casa nostra rompendo la finestra del balcone, e dalla cantina sono stati rubati tutti gli attrezzi da lavoro di mio marito. Non sappiamo più che fare». Tutti gli episodi sono stati denunciati alla polizia. Altro sfogo riguarda le spese condominiali: «Paghiamo circa mille euro all’anno e non abbiamo neppure tutti i servizi. Quello di pulizia è stato ridotto per un problema di grave morosità: il custode ormai viene solo per occuparsi della rotazione dei sacchi dell’immondizia. Gli abusivi non pagano nulla. Noi, da proprietari, ci rimettiamo. Vorremmo andarcene ma chi comprerebbe il nostro alloggio? Siamo in trappola».
A pochi passi c’è una scala occupata per metà da abitanti abusivi: «Sei famiglie su dodici», lamentano altri proprietari di appartamenti. «Di sicuro sono arrivati qui rivolgendosi al racket». E la musica non cambia nella palazzina di fianco: si fanno avanti marito e moglie italiani che hanno acquistato casa 13 anni fa. E anche loro se potessero tornerebbero indietro «perché qui c’è da aver paura. Ma ormai non temiamo le occupazioni perché nel nostro condominio non c’è più nulla da occupare. Ridiamo per non piangere». Poi indicano il pavimento: «Qui sotto è stata invasa una casa. L’alloggio accanto in teoria sarebbe sfitto ma noi abbiamo il sospetto che gli occupanti abbiano fatto un buco nel muro per unire due appartamenti e allargarsi, vivendo sulle spalle degli onesti che pagano anche per loro».