
di Massimiliano Mingoia
Milan e Inter pensano al prossimo passo per definire il progetto del nuovo stadio di San Siro. Dopo l’accordo con il Comune nel giugno scorso – l’indice volumetrico è stato ridotto da 0,63 a 0,51 – i club devono decidere se puntare sulla Cattedrale di Populous o sugli Anelli di Manica, i due progetti in ballottaggio per l’area di San Siro.
Entrambi i disegni prevedono la costruzione del nuovo stadio nell’attuale parcheggio dell’impianto e di un distretto sportivo multifunzionale dove ora c’è il Meazza, di cui sarebbero conservate solo la tribuna arancione e una curva. Le società rossonera e nerazzurra decideranno entro settembre se puntare sulla Cattedrale o sugli Anelli. Il tempo è quasi scaduto, non si può procedere in parallelo con le due idee, perché – come ha sottolineato il presidente milanista Paolo Scaroni il 25 giugno – "la progettazione di dettaglio sarà molto costosa, 40 milioni di euro: lo dobbiamo fare per un solo progetto, non per due".
Intanto Scaroni, in un’intervista al Daily Mail, è tornato a ribadire la ragione per cui la realizzazione del nuovo stadio è indispensabile per il Milan: "È l’unico modo con cui la nostra società può tornare a sfidare alla pari i top club europei come Liverpool, Real Madrid e Bayern Monaco, che ricavano oltre 100 milioni di euro dallo stadio ogni anno. Adesso ne incassiamo solo 34. Questi 70 milioni in più a stagione sono il carburante che serve per migliorare la squadra".
L’iter delineato dal numero uno rossonero prevede la realizzazione del nuovo stadio entro il 2024. Un cronoprogramma a rischio, perché manca ancora il via libera del Consiglio comunale e le perplessità sul progetto rossonerazzurro non mancano nelle file del centrosinistra. L’ala ambientalista ha detto che voterà no. Maggioranza divisa alla meta? È un rischio che il sindaco Giuseppe Sala non vuole correre, tanto che a Palazzo Marino in molti giurano che il voto finale del Consiglio slitterà a dopo le Comunali del 2021.
I dubbi sul progetto e la difesa di San Siro da parte di una parte dell’opinione pubblica e dei residenti del quartiere, in ogni caso, non spaventano più di tanto l’amministratore delegato del Milan Ivan Gazidis: "San Siro non è attrezzato per il futuro, visto che le diverse strutture non sono come vorremmo, ad esempio i bagni per i disabili. Quando i tifosi vedranno il nuovo stadio, capiranno che abbiamo fatto la mossa giusta. Fino a quel momento, ovviamente, dominerà la nostalgia per San Siro". Scaroni, al britannico Daily Mail, aggiunge: "Quello che mi piace di San Siro è che ha una buona visuale dal campo, ma tutto il resto è piuttosto antiquato. Se la Regina venisse a vedere il Milan, avremmo solo una stanza adatta a lei". Un nuovo stadio da Regine, dunque. Ma alla portata anche dei semplici tifosi?