Senzatetto partorisce in strada ma non riconosce il bimbo. Il post del ministro Roccella

"Ancora troppe donne rinunciano a maternità per povertà", scrive il titolare della Famiglia commentando la storia di San Donato

I volontari distribuiscono bevande calde e vestiti ai senzatetto

I volontari distribuiscono bevande calde e vestiti ai senzatetto

San Donato Milanese, 26 dicembre 2022 - A 23 anni Sabrina ha messo al mondo un bimbo ma lei e il papà Michael, entrambi clochard, non avrebbero potuto garantire un futuro al piccolo e per questo avevano deciso di non risonoscerlo e lasciarlo all'ospedale di Melegnano. "Mi hanno dato dieci giorni di tempo per reclamare mio figlio al Tribunale dei Minori. Ma come farebbe a sopravvivere con me al gelo?", ci aveva raccontato la ragazza che vive sotto una tenda raffazzonata creata con un ombrello e delle coperte in una banchina esterna nella stazione di San Donato Milanese. "Erano tre anni che non avevo il ciclo, mi sono accorta che ero incinta quando era troppo tardi e non era possibile neppure abortire". L'avevamo raccontata agli inizi del mese questa storia di fragilità, che ha ben poco di natalizio.

Ma ora a tornare sulla vicenda è proprio la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, che nel giorno di Natale ha commentato con un post. "Fra le storie che il Natale ci racconta c'è stata in queste ore quella di Sabrina e Michael, giovani genitori in condizioni di difficoltà economica estrema. La ragazza, nel dare alla luce il suo bimbo nato prematuro, ha scelto di lasciarlo in ospedale senza riconoscerlo, situazione che determinerebbe uno stato di adottabilità", ha scritto il ministro Roccella. "Di questa vicenda non conosciamo abbastanza, solo - aggiunge - le notizie riferite dagli organi di informazione, fra cui le parole della ragazza ma non possiamo avere la certezza che in condizioni diverse Sabrina avrebbe tenuto il bambino, sappiamo però che queste sono le motivazioni addotte. E sappiamo che sono tante le Sabrina che rinunciano alla maternità per ragioni economiche. Non si dica che serve una legge, perché la legge 194 c'è e andrebbe soltanto attuata. Perché anche tanti che a parole la difendono poi non la mettono in pratica nella sua interezza. Anche questo è un problema di libertà femminile". 

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