San Donato perde un pezzo di storia: alla Saipem trasloco di 3mila persone

La società di energia partecipata al 30 per cento da Eni lascerà gli spazi in città per trasferirsi a Milano. E già si guarda al dopo, al rischio che gli uffici restino vuoti e inutilizzati creando altri immobili dismessi

I palazzi che ospitano gli uffici della Saipem

I palazzi che ospitano gli uffici della Saipem

San Donato Milanese (Milano) -La Saipem lascia San Donato, la città perde un pezzetto della sua storia. È ormai imminente il trasloco del personale della società dell’energia partecipata da Eni: i lavoratori sono pronti all’esodo verso i nuovissimi palazzi Spark One e Spark Two di Santa Giulia, a due passi da Sky e il metrò di Rogoredo, corredati anche da un food district. Nelle storiche sedi di San Donato si comincia già a fare gli scatoloni, anche se il trasferimento a Milano dei lavoratori, circa 3000 in totale, sarà graduale e destinato a completarsi solo con la fine dell’anno.

Interamente affittato da Saipem, lo Spark One è già pronto e consegnato. Ai primi piani è iniziato l’allestimento degli arredi, che si completerà entro metà giugno; dopo quella data comincerà il trasferimento del personale destinato a questo edificio, che proseguirà fino a settembre. Per quello stesso mese è prevista la consegna dello Spark Two, del quale Saipem ha affittato cinque degli otto piani disponibili. I dipendenti, in questo caso, vi approderanno a partire da novembre. Anche a livello simbolico, si tratta di un passaggio epocale: San Donato si prepara a tagliare il cordone ombelicale con una delle società della galassia Eni, che da sempre ne caratterizzano il tessuto lavorativo. Un passaggio accolto anche con un pizzico di rammarico e nostalgia, pur nella consapevolezza che di fronte a certe scelte aziendali "gli enti locali non hanno potere: difficile, di questi tempi, fermare i flussi in uscita", commenta il sindaco Andrea Checchi.

Ora è già tempo di guardare al dopo, con gli uffici di via Martiri di Cefalonia e viale De Gasperi che dovranno trovare nuovi inquilini, se si vuole scongiurare il rischio di un insieme d’immobili dismessi. Un rischio che riguarda anche, in prospettiva, gli uffici dell’Eni destinati a svuotarsi col futuro trasferimento di una parte dei dipendenti nel Sesto palazzo. Anche l’Osservatorio contro il consumo di suolo, che raggruppa 17 tra comitati e associazioni del Sud-est Milanese, esprime qualche timore al riguardo. In un contesto nel quale "Saipem si sposta a Milano, in Eni lo smart working sta svuotando gli uffici ed è ormai quasi ultimato il Sesto palazzo – rimarcano dal sodalizio ambientalista -, cosa succederà agli immobili vuoti in un mercato immobiliare fermo da anni?". "Nella variante piano di governo del territorio – spiega il sindaco - abbiamo previsto per questi spazi anche destinazioni diverse da quelle originarie, ad esempio co-working, residenze temporanee per lavoratori, studenti e degenti dell’ospedale, ambulatori medici". Il tema della riconversione e del riutilizzo di alcuni spazi urbani è tra quelli che le future amministrazioni comunali si troveranno ad affrontare in una città che tra un mese andrà al voto per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale.

 

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