Aereo precipitato a San Donato Milanese: ora indagano anche i pm francesi

Nell'incidente del 7 ottobre del 2021 persero la vita otto persone. Sulla dinamica dell'accaduto si attende l’esito anche di un’altra relazione terza, oltre a quella che sarà depositata dal Politecnico

Il luogo della tragedia a San Donato

Il luogo della tragedia a San Donato

San Donato Milanese - C’è un nuovo fronte burocratico che allunga i tempi dell’inchiesta che deve stabilire la “colpa“ nell’incidente aereo in cui hanno perso la vita otto persone, tra cui un bimbo di due anni. Nella ricerca della causa dell’incidente che ha fatto precipitare il velivolo il 7 ottobre del 2021 si inserisce un nuovo fascicolo aperto per disastro colposo anche dal tribunale francese, dal luogo in cui erano residenti due dei passeggeri del velivolo. E anche la necessità di una nuova relazione tecnica terza, oltre quella che verrà depositata in Procura da parte dei tecnici del Politecnico, che dovrà certificare le cause meccaniche che potrebbero essere responsabili dell’avaria.

Sarà alla fine un ingarbugliatissimo insieme di superperizie a decidere cosa è successo veramente quel 7 ottobre di due anni fa, quando ai comandi dell’aereo da turismo precipitato a San Donato c’era l’imprenditore romeno Dan Petrescu, uno degli uomini più ricchi della Romania con un patrimonio stimato in 3 miliardi di euro. Con lui a bordo c’era anche la sua famiglia: la moglie Regina Dorotea Balzat Petrescu di 65 anni con cittadinanza francese e il figlio di 30 anni, Dan Stefan, nato a Monaco di Baviera. Le altre vittime erano amici di famiglia: l’italiano Filippo Nascimbene, di 32 anni e originario del Pavese, la moglie Claire Alexandrescou, cittadina francese, e il figlio di appena due anni Raphael. Infine la nonna del piccolo, Miruna Lozinschi, e un amico del figlio dell’imprenditore, il canadese Julien Brossard.

Tutta la comitiva era partita da Milano con direzione Olbia. Le cause dell’incidente avrebbero dovuto essere svelate dall’analisi delle scatola nera. Recuperata pochi minuti dopo la tragedia, pm, consulenti e avvocati avevano però dovuto prendere atto che i dati trovati in memoria erano fermi a molti mesi prima.

Cosa avvenne precisamente il 7 ottobre: circa tre minuti dopo il decollo, delle 13.04 da Linate, l’aereo, un Pilatus Pc-12, che avrebbe dovuto raggiungere una quota standard di 5mila piedi, a un’altezza di circa 3.500-4.000 piedi aveva continuato in modo anomalo a virare verso destra. La sala radar, accortasi della anomalia, avrebbe contattato immediatamente il pilota, il magnate romeno avrebbe risposto spiegando che stava effettuando una "deviazione" chiedendo successivamente anche quello che in gergo tecnico si chiama "vettore", cioè spazio e coordinate per rientrare all’aeroporto. Il pilota, però, non riferì quale fosse il problema e dunque dall’aereo non sarebbe arrivata mai una segnalazione di allarme.

 

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