San Babila, 40 giorni fa il rogo: "Fatemi riaprire il dehor"

Il barista più danneggiato chiede al Comune di rimuovere le transenne: "Vorrei riaprire tutti i tavoli per il Salone del Mobile, adesso sono al 50%"

L’incendio partito dal dehor in piazza San Babila

L’incendio partito dal dehor in piazza San Babila

Milano, 12 maggio 2022 - «Sistemare al più presto le griglie stradali per restituire decoro a piazza San Babila e tornare alla piena operatività del nostro dehors entro il Salone del Mobile". È la richiesta all’amministrazione di Angelo Vittorio Bertoletti, titolare del San Babila Café, a quasi 40 giorni dal rogo di domenica 3 aprile. Il suo locale, in piedi dal 1994, è l’attività più danneggiata dall’episodio che per fortuna non ha provocato alcun ferito: il fuoco quella notte si è accanito sul suo dehors, compromettendo quasi tutto l’arredamento e l’attrezzatura.

Dalle condutture sotterranee si sono sollevate fiamme che hanno causato danni alle griglie di areazione, dissestando in più punti il marciapiede e rendendo tuttora inaccessibile una parte del dehors. "Il Comune ha transennato delle aree pubbliche per questione di sicurezza ma poi non si è fatto più sentire. Tramite lo studio legale e l’amministratore del palazzo abbiamo mandato pec per sapere se e quando saranno programmati i lavori di sistemazione ma non ci è arrivata risposta – spiega Bertoletti –. Le transenne, assieme al cantiere per la nuova metropolitana, sono una brutta cartolina per una delle piazze più importanti della città". Ma c’è dell’altro: "Se lo spazio fosse sgomberato dalle barriere noi potremmo risistemare completamente il dehors.

Al momento la metà rimane inagibile. Sale interne non ne abbiamo. Per fortuna l’amministrazione condominiale ci ha consentito di mettere qualche tavolino sotto il portico, ma sono 40 coperti contro i 70 di prima. La cosa ci preoccupa in vista del Salone del Mobile a giugno, un’occasione preziosa per risollevare gli incassi colpiti dalla pandemia".Continua il mistero sull’esatta dinamica dell’incendio e le responsabilità. Stando alle prime ipotesi, le fiamme sarebbero partite da una centralina elettrica e si sarebbero propagate dalla rete di cavi interrati. "Non è ancora chiaro cosa è successo e di chi sia la colpa. Non vorremmo che questo giochi a nostro sfavore nella partita dei risarcimenti. I calcoli li farà il nostro perito ma possiamo già dire che i danni superano 300mila euro. Le fiamme hanno bruciato tavoli, sedie, frigoriferi, bancone, stufe riscaldanti e condizionatori. Senza contare gli incassi perduti per la bonifica e il fatturato che rimane inferiore del 50% a causa della diminuzione dei coperti".

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