REDAZIONE MILANO

Salvini, ho già pronta la squadra di governo. "Io premier in felpa e smoking"

"Si alle primarie di centrodestra. Vedrò il Cavaliere oggi a Genova" di Rossella Minotti

Matteo Salvini (Ansa)

Milano, 7 giugno 2015 - Peer Matteo Salvini pranzo di nozze della grande famiglia Lega (Aurora Lussana ha sposato il deputato Nicola Molteni) e relax dopo il debutto al convegno dei giovani imprenditori.

Salvini, com’è andata a Santa Margherita Ligure?

«Io sono molto contento. Con i giovani di Confindustria di diverse regioni conto di reincontrarmi a breve a Milano e Roma con i nostri responsabili economici per entrare nel merito: tassazione sulle imprese, aliquota fiscale unica, battaglie da fare in Europa insieme. Il primo approccio è stato assolutamente utile».

Alcuni hanno notato che nei suoi confronti sono stati tiepidi...

«Meno male perché c’erano 40 gradi, almeno loro erano tiepidi».

Il passo indietro sul no euro?

«Nessun passo indietro, il problema dell’euro non è quello che pensa Salvini, sono i numeri: i dati delle imprese chiuse a unico totale vantaggio della Germania. Non è la Lega che è contro l’euro, è l’euro che è una moneta anti-italiana. Il problema è chi ha chiuso le fabbriche qui e produce dall’altra parte del mondo, magari in Cina, e poi importa da noi. Stiamo ammazzando l’industria italiana».

Ha fatto anche un passo indietro sui rom?

«No ho detto che, checché ne dica la tv, la Lega non si occupa solo di rom o immigrati, ma di studi di settore, direttive europee e rivoluzione fiscale. Ovviamente però quando ci sono problemi di immigrazione non stiamo zitti».

Renzi dice che oltre il Pd non c’è Landini ma Salvini. È diventato lo spauracchio della sinistra?

«Renzi ha paura, passa settimane a insultare la Lega ma non gli porta bene, l’ha fatto anche in Veneto e si è visto com’è andata. Io lo incontrerei volentieri per parlare di Imu sui capannoni industriali e di legge Fornero». A proposito di incontri? Berlusconi? «Stasera mi aspettano a Genova dove c’è la festa per Toti. Poi faremo un summit la prossima settimana».

Andrà ad Arcore come fece a suo tempo Renzi?

«Ci sono tanti posti, possiamo vederci anche a Milanello». Il nuovo governatore della Liguria Giovanni Toti dice che il leader del centrodestra lo scelgono i cittadini ma non le primarie. Come si fa allora? «E cosa facciamo come i grillini con 500 persone che votano on line? Il leader lo scelgono i cittadini nelle piazze. Le primarie sono l’unico modo e Berlusconi lo sa».

Qual è il principale ostacolo alla sua corsa alla guida del centrodestra? Ncd?

«Alfano non esiste, l’hanno detto le elezioni e ce lo stanno ricordano anche le indagini sul business degli immigrati. Io non ho ambizioni particolari ma prendo atto di come vota la gente, quali battaglie la gente premia. Il problema comunque non è mio ma di altri. Lo pensavo prima e lo penso adesso, se anche alle regionali dove pure la Lega ha guadagnato, tanta gente si è astenuta, il mio primo alleato sono gli italiani di centrodestra che ancora non vanno a votare».

Non si candiderà a sindaco di Milano quindi?

«Ne parleremo, se Renzi traballa ci sono altre possibilità. Per Milano stiamo lavorando a una squadra e il nome del centravanti può arrivare anche dopo. L’importante è cambiare la Milano di Giuliano Pisapia».

Se diventasse presidente del Consiglio ha detto di aver già pronta la squadra di governo. Il ministro dell’Economia potrebbe essere Claudio Borghi?

«Ho pronta una squadra di gente bella, pulita, coraggiosa e con le idee chiare. Di ministri dell’Economia ne abbiamo pronti almeno cinque, ad esempio il professor Alberto Bagnai dell’università di Pescara, sarebbe una rivoluzione».

Il futuro leader di centrodestra porta la felpa o la giacca?

«Dev’essere in grado portare la maglietta se gli è comoda e lo smoking alla prima della Scala». 

di Rossella Minotti