GABRIELE MORONI
Cronaca

La prigionia, la fuga e la salvezza del soldato George: "L’angelo che lo aiutò è nostro papà Alberto"

Preso in Africa, scappato nel 1943 e nascosto in una cascina a Cisliano. La felicità del nipote che cercava di ricostruire la storia dello zio. Le figlie dell’uomo che lo strappò ai tedeschi: vogliamo conoscerlo

Giancarla, a sinistra, e Bruna Introini, le figlie di Alberto

Giancarla, a sinistra, e Bruna Introini, le figlie di Alberto

Cisliano (Milano) – Il sogno di Paul Barlow si è realizzato e diventerà una dolcissima realtà quando ci sarà l’incontro. Adesso il sessantenne londinese sa chi sono i discendenti di quegli angeli salvatori, i due uomini di Cisliano che accolsero, nascosero e condussero fino alla libertà il prozio George Michael Noakes, soldato inglese fuggito dal campo di lavoro di Binasco dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Si chiamavano Carlo Oldani e Alberto Introini.

Le ricerche hanno portato Paul Barlow a un pronipote di Carlo Oldani, Claudio Ricci. Oggi escono i nomi di Bruna e Giancarla Introini, figlie di Alberto. Vivono a Galliate, la cittadina del Novarese dove il padre ha concluso la sua esistenza, il 2 novembre del 1990. Alberto viene al mondo il 17 novembre del 1904 a Corbetta, dove il padre, Giovanni, è fattore a palazzo Pisani Dossi.

Il conte Franco Pisani Dossi prende a cuore il ragazzo e lo fa studiare da meccanico specializzato. Alberto gira per lavoro un pezzo d’Italia. A Cisliano sposa Carmelina, una delle figlie di Carlo Oldani. È Carlo a proporre al genero di prendere il suo posto come guardiacaccia alla tenuta La Forestina, proprietà dei Pisani Dossi. Alberto prova, il lavoro gli piace, accetta. L’appuntamento con la Storia sta per scattare. Si avvicinano giorni terribili e grandi che vedranno Introini mettere a repentaglio la vita per altruismo. Sono tre gli ex prigionieri inglesi in fuga che un giorno di settembre del ‘43 si presentano alla cascina Oldani: sono George Michael Noakes, William Knoff e James Willets.

Il racconto di Bruna Introini è lucido, denso di particolari, intriso di commozione. "Gli inglesi erano nella cascina da qualche giorno quando si sono presentati dei militari tedeschi a bordo di una camionetta. Forse c’era stata una spiata, chi lo sa. Nonno Carlo ha fatto appena in tempo a far fuggire i tre inglesi. Hanno guadato un ruscello e si sono nascosti nei boschi. Il nonno ha avvisato nostro padre che si è messo a cercarli. Li ha trovati dopo due o tre giorni, che vagavano spaventati, affamati, con abiti stracciati. Avevano trovato un ricovero in un capanno di caccia. Papà li ha accompagnati alla Forestina e li ha nascosti. Oltre a sfamarli e vestirli, portava riviste e giornali inglesi. Glieli procurava, non si sa come, sua nipote ‘Cicci’ Magistrelli.

Era figlia della sorella di mio padre, Esterina. Lavorava come capo ufficio in un’azienda di Como e tutti i giorni faceva la spola da Corbetta. Mio padre aveva lo zaino pieno di queste pubblicazioni quando è stato fermato da due tedeschi. ‘Apri lo zaino’, gli ha ordinato quello che masticava un po’ l’italiano. Papà si è qualificato come guardiacaccia, ha mostrato un permesso provvisorio di caccia. È rincasato morto di paura. Giorni dopo lo hanno fermato altri tre tedeschi. Si sono fatti consegnare il fucile da caccia nuovo: ‘Oggi serve a noi. Presentati questa sera e te lo restituiamo’. Papà si è allontanato con il terrore che gli sparassero alle spalle. Alla sera è andato all’appuntamento e non ha trovato nessuno ad aspettarlo".

Alberto Introini non conosce l’inglese, ma si è procurato un dizionario e riesce a farsi capire dai tre, che apprezzano molto il risotto alla milanese della signora Carmelina. Uno è fulvo di capigliatura. Viene rasato a zero perché quel colore può destare sospetti. Un particolare che conferma come George Noakes, rosso di capelli, fosse sicuramente fra i rifugiati alla Forestina. I fuggiaschi rimangono lì fino al 18 settembre.

È Esterina, un’altra figlia di Carlo Oldani, ad accompagnarli in pullman a Milano dove prendono un treno per la Svizzera con la consegna di non parlare per non tradirsi. È stata scelta Esterina perché si pensa che una presenza femminile possa destare meno sospetti e anche perché la ragazza, che da tredici anni lavora in una fabbrica di orologi, è quella che conosce meglio Milano. Bruna e Giancarla Introini non sapevano della ricerca intrapresa da Paul Barlow. "Nostro padre - dice Giancarla - ricordava ogni particolare della storia. Ha ripetuto il suo racconto fino agli ultimi giorni. Più di una volta lo abbiamo sentito dire che gli sarebbe piaciuto sapere che fine avevano fatto quei tre ragazzi. Se Paul verrà in Italia, lo vogliamo qui da noi".