Salone del Mobile Segnali di ottimismo

Bruno

Villois

Evviva, il Salone del Mobile ha stabilito un successo secondo solo a quello del 2019, un risultato che ha appagato pienamente l’intero sistema dell’attrattività per un intera settimana. L’effetto economico ha premiato una organizzazione impeccabile, sia degli organizzatori in Fiera, che nel Fuorisalone, merito di un sistema “del fare” che ha soprattutto nel commercio e nei servizi, il suo punto di eccellenza. L’effetto socio-economico che ne è derivato, a conti fatti, potrebbe addirittura essere superiore a quello delle passate edizioni record. La ricaduta sul Pil milanese, potrebbe arrivare a superare il mezzo punto percentuale e visto il peso del 10% sul Pil nazionale, con un reddito procapite che sfiorava i 50mila euro nel 2019, si potrebbe avvicinare al miliardo di euro.Oltre ai dati economici c’è stato un effetto traino inestimabile per ridare ottimismo. Importante aver travalicato le difficolta e intrapreso un deciso percorso basato sull’entusiasmo. La città ha i mezzi e la forza per essere traino dell’intera economia nazionale, non a caso anche per l’attrattività turistica compete con le tre capitali nostrane, Roma, Venezia e Firenze, condizione che, a differenza del passato, consente di avere una attività socio-economica che perdura per l’intero anno, così da poter raggiungere un reddito procapite doppio di quello medio nazionale. Importante che la guida guida politica, imprenditoriale e culturale della città, e sempre più anche dell’hinterland, continui a percorrere una strada comune in grado di premiare le attività economiche e di riflesso i cittadini. Permane però, pur se ridimensionata, una burocrazia, costosa e cavillosa che riduce il potenziale “del fare”, persistono ritardi nella modernizzazione tecnologica per l’utilizzo dei servizi pubblici,ci sono ancora molte carenze nel fornire informazioni agli stessi cittadini e soprattuto ai turisti.Tutte componenti che per scomparire debbono trovare una sostanziale intesa tra amministrazione pubblica e rappresentanze datoriali e culturali.

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