Piastra Expo, giudici: "Sala firmò verbali per evitare ritardi"

Nelle motivazioni della sentenza di condanna si legge che il sindaco di Milano "era consapevole ma non voleva mettere a rischio l'evento"

Beppe Sala

Beppe Sala

Milano, 2 ottobre 2019 - Giuseppe Sala ha sottoscritto i due verbali "consapevole delle illecite retrodatazioni" ma con "l'obiettivo (...) di evitare che la questione della paventata incompatibilità dei due" componenti della commissione di gara per la Piastra potesse comportare il "rischio di ulteriori ritardi nell'espletamento della procedura" e quindi dell'apertura di Expo. E' quanto ha scritto il Tribunale nelle motivazioni della sentenza con cui il sindaco di Milano è stato condannato, lo scorso luglio, a sei mesi convertiti in una pena pecuniaria di 45mila euro.

Sala è imputato in quanto ex amministratore delegato e commissario straordinario della società Expo. L'accusa nei confronti del primo cittadino di Milano è di aver retrodatato due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l'assegnazione del maxi appalto, vinto dalla Mantovani, per evitare di dover annullare la procedura. Ad ogni modo, gli stessi giudici hanno riconosciuto a Sala le attenuati, in quanto, si legge nelle motivazioni della sentenza, "non è emersa alcuna volontà di avvantaggiare taluno dei concorrenti alla gara o danneggiarne altri, ma solo quella di assicurare la realizzazione in tempo utile delle infrastrutture necessarie per la realizzazione e in successo dell'esposizione universale del 2015, risultato poi effettivamente conseguito e unanimemente riconosciuto". In particolare, aggiungono i giudici, "deve dunque trovare particolare considerazione la volontà di realizzare le infrastrutture necessarie in tempo utile, pena il vero e proprio fallimento della manifestazione".  

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