Milano – Il 20 marzo in Cassazione il ricorso per saltum della Procura di Milano contro la sentenza di assoluzione nei confronti di 23 co-imputati di Silvio Berlusconi del processo milanese Ruby ter. Nei giorni scorsi ai legali degli imputati è stato notificato il decreto di comparizione per l'udienza davanti alla sesta sezione penale della Suprema corte.
L'impugnazione che non riguarda Berlusconi - con la morte c'è l'estinzione del reato - tende a ribaltare la decisione assunta dalla corte, presieduta dal giudice Marco Tremolada, di considerare inutilizzabili le dichiarazioni delle testimoni nel dibattimento perché andavano già indagate, quindi accompagnate in aula da un avvocato.
Stando al ricorso dell'aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio, la settima penale di Milano ha "per errore” deciso “l'abrogazione di fatto di un reato particolarmente grave”. La “offerta di denaro a un dichiarante nel procedimento penale è sempre e comunque illecita”, hanno scritto i pm. Secondo giurisprudenza, poi, le ragazze erano già testimoni “dal 23 novembre 2011”, ovvero da quando era stata emessa l'ordinanza di ammissione delle prove, tra cui quelle testimoniali, nel processo Ruby 1. Erano “pubblici ufficiali”, quindi, già da mesi prima che si sedessero sul banco dei testi. E per la Procura anche l'accordo “corruttivo” tra Berlusconi e loro c'era già stato. Se la Suprema Corte dovesse accogliere la linea della Procura milanese, il processo tornerebbe a Milano in appello.