
Ruby Rubacuori e Silvio Berlusconi
Milano, 9 marzo 2015 - E' fissata per domani, martedì 10 marzo, l'udienza per Silvio Berlusconi davanti alla Corte di Cassazione riguardo il processo Ruby. Per l'ex Presidente del consiglio potrebbe essere un giorno di 'gloria giudiziaria' se la Suprema Corte dovesse rendere definitiva l'assoluzione pronunciata il 18 luglio 2014 dalla seconda Corte d'Appello di Milano presieduta dal giudice Enrico Tranfa il quale, subito dopo il deposito alle motivazioni del verdetto, si dimise dalla magistratura perche' in disaccordo con gli altri due componenti del collegio. Ma l'esito e' tutt'altro che scontato, come suggerisce proprio il gesto 'estremo' di Tranfa.
Gli 'ermellini' potrebbero accogliere il ricorso presentato dal procuratore generale Piero De Petris, disponendo un appello bis per Berlusconi che in primo grado, il 24 maggio 2013, era stato condannato a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per 'concussione per costrizione' e prostituzione minorile. Se per i giudici d'appello il leader di Forza Italia non esercitò alcuna minaccia quando chiamò in Questura il 27 maggio 2010, per De Petris la chiamata ebbe invece "la natura di un vero e proprio ordine" e "non si risolse nella manifestazione di un desiderio o al piu' di una garbata richiesta priva di ogni carattere costrittivo". Per "sottrarsi all'esecuzione dell'ordine di rilasciare Ruby" e affidarla all'allora consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, il capo di gabinetto Piero Ostuni per il pg non aveva "altro mezzo" se non "quello di sbugiardare di fatto il Presidente del Consiglio" sulla presunta parentela di Kharima El Marhoug con l'allora premier. L'altro capitolo del processo riguarda i rapporti sessuali tra Berlusconi e Ruby quando la ragazza, che fece il suo ingresso ad Arcore il 14 febbraio 2010, era minorenne. I giudici d'Appello avevano sostenuto l'esistenza della "piena prova" sulla conoscenza da parte di Berlusconi della vera eta' della giovane marocchina la sera del 27 maggio 2010 quando telefono' a Ostuni, mentre non ci sarebbero stati elementi per dimostrare che "Berlusconi conoscesse la minore eta' della ragazza gia' in precedenza in occasione delle serate". Una ricostruzione "illogica" per De Petris. Secondo il pg, la consapevolezza della minore eta' era "da tempo patrimonio comune di quell'ambiente femminile che gravitava attorno alle serate ad Arcore, come dimostra il tam - tam che si scateno' quando venne portata in Questura e il fatto che alcune protagoniste del cosiddetto 'bunga bunga' si attivarono per 'notiziare' Berlusconi".
Considerata l'autonomia delle due ipotesi di reato, i giudici di piazza Cavour potrebbero anche convalidare l'assoluzione per un'ipotesi e annullare con rinvio per l'altra. A presiedere il collegio sara' l'esperto giudice Nicola Milo, relatore della sentenza con cui, nell'ottobre 2013, la Suprema Corte chiarì il contrasto interpretativo nato dallo 'spacchettamento' della concussione in due reati (la concussione per costrizione e per induzione) voluto dalla legge Severino. Venne stabilito che per la costrizione occorreva una condotta "che limita radicalmente la liberta' di autodeterminazione del destinatario". Il rappresentate dell'accusa e' il procuratore generale Eduardo Scardaccione che si e' occupato, tra l'altro, dell'inchiesta sul 'Madoff dei Parioli' e della presunta trattativa Stato - Mafia. La decisione potrebbe arrivare gia' nella serata di domani. Comunque vada, il 'romanzo' giudiziario su Ruby per Berlusconi resta aperto. A Milano, proprio in questi giorni, i pm stanno accelerando le indagini sul versante 'Ruby ter' che vede l'ex premier indagato di corruzione in atti giudiziari perche' avrebbe 'comprato' il silenzio di alcuni suoi ospiti ad Arcore, in particolare di una ventina di 'olgettine'.