MAURIZIO
Cronaca

Rotonda Besana e il ricordo di Milanopoesia

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Maurizio

Cucchi

Arrivo a Porta Vittoria e mi dirigo alla Rotonda della Besana. È una zona che mi sta a cuore per varie ragioni. In primo luogo perché ricordo quando proprio lì, alla Rotonda, negli anni Ottanta, la cooperativa Intrapresa, con Antonio Porta e Giovanni Raboni, organizzava Milanopoesia, un festival internazionale che sarebbe bello far rivivere. In origine, questo complesso era il Foppone dell’ospedale maggiore. Tra l’altro ho abitato da queste parti per diversi anni ed è un motivo in più per ritornare. E ci vado anche per incontrare Maria Carla Baroni, donna attiva in politica e poetessa, che sta proprio lì: "Abito in un appartamento, per mia fortuna ereditato, - mi dice - con vista sulla Rotonda" . Le chiedo allora qualche cosa di più su luogo e dintorni: "In effetti - mi spiega - Porta Vittoria non è un quartiere definibile, né dal punto di vista edilizio-urbanistico, né sociologico-culturale. Ci sono però due meravigliose opere d’arte: il monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi, scultore appartenente alla Scapigliatura lombarda, del 1895, armonia ascendente con l’obelisco centrale avviluppato da bronzee figure in movimento, che paiono vive, e, naturalmente, la Rotonda della Besana, portico lobato di un sobrio barocco settecentesco, al cui interno c’è una chiesa, da tempo sconsacrata, con pianta a croce greca e una selva di colonne che scandiscono lo spazio." Poi, lungo Corso di Porta Vittoria, ecco la Camera del Lavoro e il Tribunale. In via Daverio c’è la Società Umanitaria, che ospita attività culturali varie. Ma che atmosfera vivono gli abitanti?". " Porta Vittoria è frequentatissima di giorno, ma deserta di sera e nei festivi - continua Maria Carla - . Non mi sembra esista un vero senso di appartenenza, né nella categoria forense, né tra gli altri abitanti della zona. Direi che non si avverte una vera identità di quartiere".