Rogoredo, il clan Mansouri e la super eroina

Dodici arresti della Polfer: in manette i pusher “migrati” verso San Donato. Nelle dosi il principio attivo del 6-Mam: "Effetti più violenti"

Uno degli spacciatori affiliati alla gang di Rogoredo ripreso dalle telecamere lungo i bin

Uno degli spacciatori affiliati alla gang di Rogoredo ripreso dalle telecamere lungo i bin

Milano, 25 maggio 2021 -  Lo spaccio di eroina si era riorganizzato: i pusher si erano solo spostati qualche chilometro più a sud, portando dietro di loro le decine di tossicodipendenti che ancora vedono nell’area tra Rogoredo e San Donato Milanese la meta sicura dove incolonnarsi per la dose quotidiana di "nera". Che lo smercio al dettaglio, a seguito dello smantellamento del boschetto di via Sant’Arialdo, fosse migrato verso l’hinterland era già emerso in maniera tragica negli ultimi 20 mesi: sei persone investite da treni regionali mentre camminavano di sera lungo i binari. Altro indicatore: le 100 misure di prevenzione tra avvisi orali e fogli di via emesse dal questore Giuseppe Petronzi tra gennaio e marzo 2021 nei confronti di altrettanti eroinomani, a valle del costante lavoro di monitoraggio svolto dai carabinieri della Compagnia di San Donato e dagli agenti della Divisione Anticrimine. Ora è arrivato anche il timbro della Polfer, che ieri ha chiuso un’indagine iniziata nel febbraio dell’anno scorso con 12 arresti: in manette, tra gli altri, sono finiti due componenti della famiglia marocchina Mansouri (Driss di 24 anni e Mustapha di 26), da tempo a capo dei "cavallini" che distribuiscono eroina da mattina a notte e che gli investigatori guidati dal commissario Angelo Laurino collocano a un livello intermedio della piramide che dal pusher di strada risale fino ai narcos che trattano le maxi partite di stupefacenti. L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Leonardo Lesti, nasce nel febbraio 2020, quando gli investigatori della Polfer, che qualche mese prima avevano assestato un colpo da ko agli spacciatori (quasi 5 chili di "nera" sequestrati), si accorgono che il mercato si sta rapidamente riprendendo. Lungo i binari, però. Del resto, la clientela non manca, e l’area di Rogoredo continua ad avere il suo appeal, vuoi per la facilità di raggiungerla in treno o in metropolitana vuoi per la presenza di innumerevoli vie di fuga e di imboschi tra cespugli e sterpaglie. Il primo a finire nel mirino degli investigatori è Ossama Riagi detto "Sofiane", che è stabilmente in contatto con i due Mansouri: la mappatura degli acquirenti certifica che in tanti arrivano anche da altre Regioni, a cominciare dalla ragazza che verrà controllata alle 21.30 del 10 dicembre 2020 alla stazione di Verona Porta Nuova e trovata in possesso di 28,10 grammi di droga, nascosti nei pantaloni. A Riagi si rivolgono anche i piccoli spacciatori come F.C., arrestato a Rogoredo dopo aver acquistato 204 grammi di "nera" al "ponte spezzato" di San Donato. Pure i Mansouri sono alla costante ricerca di eroina: il 18 dicembre ricevono 200 grammi da Abdelaziz Bouibaoune. "Quanti sono questi?". "200... sembra cioccolato". "Dai chiudila perché puzza... nel caso dovessero fermarci, annuseranno la puzza e ci controlleranno", si dicono intercettati a bordo dell’Opel Astra del maggiore dei due, Mustapha. Il 12 gennaio 2021, poi, gli agenti seguono altri due pusher marocchini dal loro appartamento di via Broni, al Vigentino, alla zona di Chiaravalle; lì li vedono addentrarsi nel bosco. Qualche ora dopo, i poliziotti riescono a individuare le clienti: sono due minorenni, hanno comprato un grammo a testa per 20 euro l’uno. Episodi che, come messo nero su bianco nell’ordinanza dal gip Stefania Donadeo, "si inseriscono in un contesto, quale quello del bosco di Rogoredo, che ha suscitato e suscita tuttora un grandissimo allarme sociale per la vastità del mercato di spaccio al minuto che ivi si svolge a ogni ora del giorno e della notte e per gli enormi danni sociali che apporta a un numero rilevante di giovani tossicodipendenti che colà si riforniscono". Del resto , aggiunge il giudice, gli eroinomani sanno "che lì il gruppo, a turno, in base a una loro organizzazione interna, ha una disponibilità immediata di quantitativi anche rilevanti di stupefacente: giungono gli acquirenti anche da altre Regioni, sicuri di rientrare a casa con il quantitativo desiderato". Un altro aspetto inquietante riguarda il tipo di sostanza che abitualmente viene distribuita tra Rogoredo e San Donato, stando agli esiti delle analisi in laboratorio: ha come principio attivo "di gran lunga prevalente" il 6-MAM, "metabolita attivo dell’eroina – si legge nel provvedimento cautelare – che dal 2012 è stato autonomamente inserito nella Tabella 1 allegata al dpr 309/90 ( quella costantemente aggiornata dal Ministero della Salute con l’elenco delle sostanze psicotrope in circolazione, ndr ) perché, in ragione della sua natura, viene assorbito più rapidamente e con effetti ancora più violenti di quelli dell’eroina".  

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