NICOLA PALMA
Cronaca

Da Mantova al boschetto di Rogoredo per fare affari nell’outlet della droga

Inseguimento a folle velocità dopo l’acquisto di eroina: tre in manette

Operazione dei carabinieri nel boschetto di Rogoredo (foto repertorio)

Operazione dei carabinieri nel boschetto di Rogoredo (foto repertorio)

Milano, 26 febbraio 2017 - Un grammo di eroina lo rimedi a 20-30 euro, anche meno se acquisti in quantità. «Nera» a buon mercato e non necessariamente a bassissimo principio attivo, visto che a volte i tossicodipendenti si accontentano pure di due decigrammi di dose per levarsi di dosso la «scimmia» almeno per un’oretta. Facile da raggiungere e nascosto a occhi indiscreti, ben protetto dal cavalcavia dell’autostrada e confinato in una strada poco frequentata dell’estrema periferia di Milano, il boschetto di Rogoredo è il luogo ideale per gli spacciatori. Una porzione vastissima di territorio per lungo tempo fuori controllo e finita da qualche mese sotto i riflettori. I blitz a cadenza settimanale di polizia, carabinieri e vigili urbani, coordinati dalla Prefettura, hanno limitato il raggio d’azione dei pusher, costretti a spostarsi nella vicina via Orwell, a ridosso dei binari dell’Alta velocità, per continuare a vendere droga; simbolico quanto efficace pure l’abbattimento delle staccionate – innalzate ammucchiando tronchi d’albero – a difesa delle piazze di smercio. Eppure, il problema è tutt’altro che risolto.

Prova ne è l’operazione di venerdì notte dei militari del Nucleo Radiomobile. Una pattuglia, in servizio di perlustrazione da quelle parti, nota proprio davanti all’ingresso dell’area verde una Volvo V70: al volante c’è una donna. Dopo pochi secondi, ecco palesarsi due uomini che entrano di volata in macchina: uno dei due si mette alla guida facendo spostare la donna sul lato passeggero, l’altro si siede dietro. I due carabinieri si fanno un cenno d’intesa («Questi hanno comprato...») e decidono di mettere l’auto di traverso per bloccare la marcia della Volvo e controllarne gli occupanti. Di contro, gli altri accelerano, costringendo la gazzella dell’Arma a fare retromarcia per evitare il contatto. Parte l’inseguimento: tutta via Sant’Arialdo a 120 chilometri all’ora, un paio di inversioni davanti all’Abbazia di Chiaravalle e ancora a tavoletta fino a Poasco, frazione di 2.500 anime di San Donato Milanese. Ed è lì che la pattuglia del Radiomobile, nel frattempo raggiunta da altri equipaggi di Milano e San Donato, riesce a bloccare la fuga della Volvo V70, incastrata in una stradina chiusa su un lato dalla massicciata della ferrovia. Scattano i controlli, e si scopre che i tre non potevano conoscere il posto perché tutti originari della provincia di Mantova: in direttissima ieri mattina, arresti convalidati. A San Vittore sono finiti due incensurati di 21 e 27 anni e una donna di 27 anni con precedenti specifici. Prima di essere ammanettati, hanno provato a disfarsi di due buste, ma gli investigatori sono riusciti a recuperarle: dentro c’erano in totale 107 grammi di eroina, pagata 1.500 euro. Il calcolo è semplice: 14 euro al grammo, prezzo da ingrosso.

La domanda: cosa ci facevano al boschetto dell’eroina? Semplice: sono andati a comprare stupefacente a prezzi scontati per poi rivenderlo nel Mantovano, magari raddoppiando la quantità con sostanza da taglio. Al di là del fatto di cronaca, quel che più salta all’occhio è la provenienza dei tre: disposti a farsi due ore e mezza di viaggio per rifornirsi di droga a Rogoredo. Segno che quella piazza non ha ancora perso appeal per gli acquirenti, che siano tossici all’ultimo stadio o pusher interessati ad acquistare in grandi quantità spendendo poco.

nicola.palma@ilgiorno.net

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