Rogoredo, ecco la nuova piazza di spaccio: i pusher si sono trasferiti in via Impastato

Tossicodipendenti accampati in un tunnel

I tossicodipendenti che vivono all’interno del tunnel che congiunge la zona  di via Feltrinelli a quella di via Impastato (Fasani/Newpress)

I tossicodipendenti che vivono all’interno del tunnel che congiunge la zona di via Feltrinelli a quella di via Impastato (Fasani/Newpress)

Milano, 19 febbraio 2019 - Il via vai inizia da via Rogoredo, a due passi dalla rampa che porta alla tangenziale. Tre ragazzi imboccano il sentiero che costeggia gli orti di via Feltrinelli, percorrono un centinaio di metri a piedi e si infilano in un tunnel di cemento. Quella lunga galleria, ricoperta di fango e stracci, conduce in un’area completamente abbandonata, tra rovi e teloni di plastica a coprire il terreno scosceso e pieno di dirupi. L’altro ingresso, chiuso da una rete metallica già divelta e con un cartello che avvisa che la zona è videosorvegliata (ma di telecamere non se ne vedono), è in fondo a via Impastato, di fianco al campo nomadi autorizzato. Qui, a più di un chilometro in linea d’aria dal boschetto della droga, si sono trasferiti alcuni pusher nordafricani; e siringhe e cucchiaini abbandonati ne sono la prova evidente. È una delle piazze di spaccio alternative al parco di via Sant’Arialdo, ormai presidiato quotidianamente dai servizi predisposti dal prefetto Renato Saccone.

Un fazzoletto di terra quasi irraggiungibile, al confine con San Donato Milanese, lontano dalla stazione ferroviaria e dai controlli di polizia. La segnalazione è arrivata nei giorni scorsi ai carabinieri della stazione Romana Vittoria, coordinati dal maresciallo Giuseppe Palumbo, da sempre attentissimi alle dinamiche criminali che si sviluppano nella periferia sud-est della città: l’attività di monitoraggio è già partita (un sopralluogo è stato effettuato anche venerdì scorso, durante un’attività congiunta con gli agenti della polizia locale), sia per cercare di intercettare gli spacciatori che agiscono da quelle parti sia per capire quale sia il giro d’affari che vi ruota attorno. In più, c’è pure da verificare una voce che gira tra gli eroinomani: che i pusher paghino i nomadi del vicino campo per poter spacciare in quell’area dimenticata. Una confidenza tutta da approfondire e sulla quale al momento non ci sono riscontri investigativi. Resta il fatto che l’area è molto frequentata, di giorno e di notte. E alcuni tossicodipendenti ci dormono pure: nel tunnel ci sono tende da campeggio, materassi appoggiati al muro e abiti stesi ad asciugare sulle grate, come se quell’angolo sporco e buio si sia trasformato in una sorta di mini-accampamento per disperati.

È il segnale, l’ennesimo arrivato negli ultimi mesi, che gli spacciatori si stanno pian piano spostando, e con loro gli schiavi della «nera» che li seguono ovunque, per aggirare la pressione delle forze dell’ordine e continuare indisturbati a vendere stupefacenti. Non è la prima volta, del resto. Il caso di via Orwell è emblematico da questo punto di vista: la costruzione del muro anti-pusher lungo i binari dell’Alta velocità, che si pensava risolutiva del problema, ha soltanto spostato la piazza di smercio qualche centinaio di metri più avanti, lungo la spianata che si estende sotto i piloni dell’autostrada. Ora ne è nata un’altra, ancora più isolata e difficile da sorvegliare.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro