Rogo nel capannone della Csc Un’estate nera per la Martesana

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di Barbara Calderola

Fiamme e paura alla Csc a Gessate. Ieri, all’alba, è scoppiato il rogo che ha devastato gli interni del capannone dove si realizzano terminali Pos per banche. La merce, 500 dispositivi pronti all’uso, è andata completamente distrutta, ma in azienda a quell’ora, non c’era nessuno.

Sette squadre di vigili del fuoco hanno evitato che fossero convolte le attività vicine. È stata la colonna di fumo in arrivo dal sito a richiamare l’attenzione dei vigilantes che hanno lanciato l’allarme. L’incendio è stato domato alle 9 mattino, anche se piccoli focolai non hanno smesso per ore di ardere sotto le macerie. Poi sono cominciate le valutazioni sulla stabilità dell’edificio, mentre si indaga sulle cause dell’incidente: solo alla fine degli accertamenti tecnici si potrà capire cosa sia successo in viale Monza 100.

La Martesana brucia ancora, è stata un’estate nera da questo punto di vista. Il 20 luglio un pensionato è morto ustionato nel suo orto a Trezzo, il 2 agosto la tragedia si è consumata a Gorgonzola: un 88enne non è riuscito a scampare all’inferno in camera da letto causato da un corto circuito dell’abat-jour. L’anziano è stato trovato a terra nella doccia: aveva provato a evitare l’impatto con le fiamme. Ad ucciderlo, i fumi.

Nel 2021 invece bilancio drammatico per due imprese della zona: la rubinetterie Ramer di Cassano, dove un intero reparto è stato cancellato dal fuoco, e a Pozzo dove è sparita l’Ossidazione Anodica, inghiottita dalle fiamme. In entrambi i casi non c’è stato nessun intossicato. I roghi sono divampati quando le ditte erano chiuse. Stesso esito alla Falegnameria Locatelli di Pozzuolo, dove il vento l’inverno scorso aveva innescato la combustione circoscritta al cortile. Ma anche quella volta si era temuto il peggio per il fumo che aveva raggiunto le carreggiate della Tangenziale est esterna.

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