REDAZIONE MILANO

Roghi in casa, 900 interventi all’anno. Facciate, coibentazioni, batterie. Ecco i nuovi fattori di rischio

La proposta dei Vigili del fuoco: monitoraggio degli edifici riqualificati e sinergie anti-incendi. L’appello degli abitanti della Torre dei Moro. "Tragedia sfiorata, cambio di passo sulla sicurezza".

Roghi in casa, 900 interventi all’anno. Facciate, coibentazioni, batterie. Ecco i nuovi fattori di rischio

di Andrea Gianni

MILANO

I "nuovi fattori di rischio" sono elencati in un report dei Vigili del fuoco di Milano: facciate continue, coibentazione degli edifici legata in particolare alla "tipologia e durabilità del materiale", nuovi materiali da costruzione, impianti fotovoltaici e batterie al litio. Fattori che, in edifici trasformati dalla riqualificazione energetica, si aggiungono a quelli “storici“: incuria e comportamenti scorretti, impianti fuori norma e difetti di costruzione che rendono le case pericolose per chi ci abita. Nell’arco di dieci anni, fino al 2022, 32 persone sono morte per incendi in abitazioni a Milano. Solo l’anno scorso i Vigili del fuoco hanno effettuato 912 interventi in città, una media di 2.5 al giorno, con una curva è tornata a impennarsi dopo la flessione durante la pandemia. Da qui la proposta, rivolta in particolare al Comune e alla Regione, presentata dal comandante dei Vigili del fuoco Nicola Micele: "Avviare un monitoraggio degli edifici interessati da progetti di efficientamento energetico coinvolgendo tutti gli enti competenti ai fini della identificazione, georeferenzazione e valutazione del rischio di incendio delle facciate relative agli edifici rivestiti con materiali isolanti combustibili". Sinergie istituzionali e anche formazione per personale sanitario o dei servizi sociali che, entrando nelle case dei milanesi in situazioni di disagio, può cogliere i segnali di possibili pericoli. Una mappatura in particolare su edifici sotto i 24 metri di altezza che manca, chiesta da tempo anche dal comitato di residenti della Torre dei Moro, il grattacielo di via Antonini distrutto il 29 agosto 2021 da un incendio che non ha provocato vittime ma ha lasciato senza una casa 80 famiglie.

Un edificio rivestito di pannelli "altamente infiammabili", come è emerso dalle indagini per disastro colposo a carico di 18 persone, tra cui i costruttori Alberto e Roberto Moro e il legale rappresentante e l’export manager dell’azienda spagnola Alucoil. Mentre sono in corso le opere preliminari alla ricostruzione della torre, secondo il progetto firmato dall’architetto Marco Piva, con fine lavori prevista per il 2026, il comitato di residenti ha organizzato ieri il “Milano fire summit“, perché la tragedia sfiorata posso essere un monito per un cambio di passo sulla sicurezza. "Il 110% ci ha restituito case energeticamente migliori ma nella quasi totalità meno sicure", spiega Mirko Berti, portavoce del comitato.

Il pensiero va alla tragedia di Londra, l’incendio della Grenfell Tower nel 2017 con le sue 72 vittime. La cronaca recente porta a Roma, Colli Aniene, "dove un palazzo in fase di ristrutturazione per superbonus è andato a fuoco ancora prima di essere completato". "Una mappatura sistematica sugli 800mila appartamenti a Milano è difficile da applicare – spiega l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune Giancarlo Tancredi –. Rafforzeremo i nuovi strumenti che abbiamo già introdotto nel regolamento dell’edilizia". Al “fire summit“ ha partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco. Le norme ci sono, il problema sorge quando chi costruisce o riqualifica case non le rispetta. "Si pone una questione anche di rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dell’edilizia – sottolinea il segretario generale della Uil Lombardia Enrico Vizza – ci faremo promotori con l’Anci di iniziative perché ci sia in tutti i comuni una maggiore attenzione sull’adeguamento delle norme". La situazione attuale è fotografata dal report dei Vigili del fuoco che, sulla base degli interventi, hanno identificato anche i quartieri più a rischio: Quarto Oggiaro, Corvetto, Baggio e San Siro, con i loro caseggiati popolari. Emerge una correlazione tra il numero di incendi e "i Municipi con maggiore incidenza delle fasce di età oltre i 60 anni" e con la più alta densità di residenti stranieri. Fattori "di natura sociale" che "di fatto determinano un aumento del rischio" di roghi nelle case.