Rodano, il viaggio nelle aree dismesse ex Sisas: una ferita da chiudere. “Serve un compratore a salvare l’area"

L’ex polo chimico di 800mila metri chiuso 30 anni fa si trova sul territorio tra Rodano e Pioltello La sindaca Roberta Maietti: "L’incontro con la Regione c’è stato, siamo alle primissime battute"

L’ex Sisas: un’altra delle grandi aree dismesse che incidono pesantemente sulla fisionomia della Martesana dopo l’ex Itam

L’ex Sisas: un’altra delle grandi aree dismesse che incidono pesantemente sulla fisionomia della Martesana dopo l’ex Itam

Rodano, 14 aprile 2024 –  L’incontro preliminare con la Regione, proprietaria dell’area dopo la maxi-bonifica, c’è già stato, "ora dobbiamo approfondire le proposte arrivate su input della manifestazione di interesse lanciata dal Pirellone nel 2023. Siamo alle primissime battute". Roberta Maietti, sindaca di Rodano, parla dell’ex Sisas, il polo chimico di 800mila metri chiuso 30 anni fa, appoggiato per tre quarti nel suo borgo e per il resto su Pioltello. Un’altra delle grandi aree dismesse che incidono pesantemente sulla fisionomia della Martesana, dopo l’ex Itam, l’altra tappa di un viaggio fra degrado e abbandono. E per cancellarli si cerca un compratore.

"Una ferita che dobbiamo lasciarci alle spalle. La storia di questo sito è lunghissima, serve davvero la svolta". Per il paesino alle porte di Milano "potrebbe anche essere l’occasione di un ripensamento sui trasporti, forse il recupero della vecchia industria accenderà un faro su di noi. Molte aziende rinunciano a investire qui perché mancano mezzi e i dipendenti ci impiegherebbero troppo a raggiungere fabbriche e uffici. La Sisas potrebbe essere l’occasione per superare un problema che si trascina da sempre: la nostra presunta vicinanza con la stazione ferroviaria di Pioltello, che in realtà è a mezz’ora di macchina, e che finisce per tagliarci fuori dai grandi investimenti sulla mobilità".

L’ex azienda sarà un volano per la zona? "Dipende da chi arriverà. Il nostro Piano di governo del territorio parla chiaro: l’area è produttiva ed esclude la logistica pura". Lo stesso vale per Pioltello. Nel 2011 all’interno del suo perimetro furono rimosse 280mila tonnellate di veleni, gli stessi che una città di un milione di abitanti produce in otto mesi, cominciava così il complicato cammino di recupero della bomba ecologica da trenta ettari che ha rischiato di costare alla Lombardia una multa di 400 milioni minacciata dall’Europa per i ritardi nel risanamento. "Vorremmo sapere anche se le ultime piccole opere di pulizia sono state portate a compimento", spiega la prima cittadina. La previsione è che "il sito venga destinato a interventi di rigenerazione urbana e ambientale, attraverso progetti innovativi finalizzati alla transizione ecologica con lo sviluppo di tecnologie che favoriscano l’economia circolare e l’uso di fonti rinnovabili". I Comuni sognavano di cancellare il passato con un hub all’avanguardia magari dedicato all’idrogeno verde. "La riqualificazione dell’ex Sisas - ha sempre ribadito la Regione - è un obiettivo prioritario. E la manifestazione di interesse guarda alla realizzazione da parte degli acquirenti di piani green".

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