
I soccorsi nel naviglio (Studio Sally)
Robecco sul Naviglio (Milano), 29 giugno 2019 - Una gita in bicicletta finita in tragedia. Ieri mattina, poco dopo le dieci, due ragazzi disabili sono caduti nel Naviglio Grande con i loro accompagnatori, mentre percorrevano la sponda del canale. Uno di loro, Nicola Fazzi, 34 anni, è stato trascinato sul fondo dal peso del mezzo al quale era imbragato e ha perso la vita. Mentre l’altro, un 27enne, è ricoverato al San Raffaele in condizioni critiche.
Sotto choc, ma illesi, gli accompagnatori. Al momento dell’incidente, i ragazzi erano all’altezza di Robecco sul Naviglio, nel sudovest milanese, con gli operatori del centro diurno disabili monzese di Macherio. Da qualche giorno il gruppo si trovava in gita nella zona. I ragazzi viaggiavano su speciali tandem guidati rispettivamente da due accompagnatori. Si tratta di tricicli con una carrozzina anteriore a due ruote, dove è assicurato il disabile, e una sella posteriore destinata al conducente. Al ritorno, per cause da chiarire, le due bici hanno sbandato finendo una contro l’altra e poi nel canale, in un tratto dove l’alzaia è priva di protezioni e la corrente molto forte. I pesanti tricicli hanno trascinato sul fondo i due ragazzi. Uno di loro è riuscito a liberarsi ed è stato ripescato due chilometri dopo dal nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Milano. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime e i soccorritori l’hanno trasferito d’urgenza al San Raffaele di Milano. La bicicletta e il corpo del secondo ragazzo, invece, sono stati individuati qualche ora dopo in un ramo laterale del Naviglio.
Le piccole comunità di Macherio e Villasanta, dove vivevano i due ragazzi, sono sotto choc. La famiglia della vittima, una volta appresa la notizia, si è chiusa nel dolore. La madre di Nicola Fazzi è un volto molto noto nel Monzese, dove ha fondato un’associazione che si occupa di disabilità; oltre ad aver partecipato, in passato, alla stesura della Convezione Onu sui diritti delle persone diversamente abili. La tragedia ha subito riacceso la polemica intorno alla sicurezza delle alzaie del Naviglio, di competenza del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, che gestisce migliaia di chilometri di sponde in tutta la Lombardia. La maggior parte di queste sono prive di protezioni, perché il loro uso dovrebbe essere limitato ai mezzi di servizio, agricoli e dei residenti. Nella realtà, invece, sono moltissimi i pedoni e ciclisti che le percorrono nonostante i cartelli. Formalmente, infatti, il transito è vietato ai non addetti ai lavori e il Consorzio non si assume la responsabilità per eventuali incidenti. Comunque è stata aperta un’inchiesta.
La svolta risale al 2002, dopo l’annegamento, nello stesso tratto, di una donna urtata da un bambino. Allora la gestione delle alzaie era affidata al Parco Lombardo della Valle del Ticino, che fu costretto a risarcire la famiglia della vittima per 500mila euro; mentre i genitori del ragazzino ne sborsarono altri 200mila. In seguito la gestione passò nelle mani del Consorzio Villoresi che decise di vietare il transito. Questo non ha impedito, nel corso degli anni, numerosi altri incidenti, a volte mortali.