Capannelli di viaggiatori tra l’arrabbiato e il rassegnato, con il naso all’insù verso i tabelloni elettronici delle partenze oppure in coda ai desk informazioni. Si appoggiano alle maniglie dei trolley, trascinano valigie da un binario all’altro, scrollano nervosamente la schermata dello smartphone a caccia di qualche informazione.
Scene di ordinari disagi alla stazione Centrale di Milano, dove questa mattina un guasto alla linea elettrica ha mandato in tilt il principale hub del trasporto ferroviario del Nord Italia, con conseguenze a cascata in tutto il Paese. E se la giornata di sabato ha perlomeno messo al riparo le decine di migliaia di pendolari che nei giorni feriali si muovono lungo le direttrici lombarde, ritardi e cancellazioni sulle tratte a lunga percorrenza hanno mandato all’aria il weekend di molti viaggiatori, facendo saltare viaggi, fine settimana fuoriporta e ricongiungimenti familiari programmati e attesi da tempo.
Come nel caso di Pietro e Diletta, studenti universitari fuori sede che devono rientrare rispettivamente a Rimini e Fano. “Abbiamo dato due esami e adesso è tempo di tornare a casa – raccontano – ma il nostro Intercity per Lecce è stato soppresso. A noi è andata già un po’ meglio, lo abbiamo saputo abbastanza presto, ma ci sono persone che si sono viste segnare 220’ di ritardo e poi hanno cancellato il treno”. E adesso? "Vediamo se e quando partirà qualcosa”, sospira Pietro mentre Diletta è già al telefono coi genitori per avvertirli che difficilmente riuscirà a rientrare a casa in giornata.
Un’autentica odissea quella di Domenica Prato, partita alle prime ore del mattino da Treviglio e bloccata per un’ora a Lambrate, ferma sul treno. “Alla fine ho preso la metropolitana e sono arrivata in Centrale – racconta - per scoprire che il mio treno per Torino era stato soppresso. Devo andare a Susa, pensavo di prendere quello per Bardonecchia ma non è partito nemmeno quello. Non so cosa farò, anche perché da Susa devo poi raggiungere Cuneo; sarà una giornata infinita”.
Disagi ancor prima di arrivare a Milano Centrale anche per Davide, ventenne comasco. “Il treno locale era già in ritardo – dice – tanto che pensavo di aver perso quello per Genova e invece, arrivato qui, ho scoperto che era stato cancellato. Se parte qualcosa nel giro di qualche ora parto, ma non sono molto fiducioso. Spero che almeno mi rimborsino il biglietto”.
Tra i tanti passeggeri vittime dei disagi anche molto stranieri. Come due studentesse cinesi dirette e Firenze, timorose e spaesate. Non capiscono l’inglese e parlano poco italiano, ‘sopravvivono’ con Google Translate ed è proprio parlando con noi che apprendono del guasto. E che il loro treno, come tanti altri, non partirà. “E adesso cosa facciamo?”, ci domandano tramite l’app di traduzione simultanea. Le indirizziamo al banco informazioni, consapevoli che difficilmente riceveranno indicazioni esaurienti. Benvenute in Italia.
Più avvezza alle nostre miserie quotidiane la californiana Gabriella, che affronta l’imprevisto con un sorriso: “Ho un fidanzato napoletano, conosco un po’ il vostro Paese”. Anche lei è diretta a Firenze, di rientro dalle Alpi svizzere come racconta la sacca con lo snowboard appoggiata sopra la valigia. “Fino a Milano il viaggio è andato bene - spiega – poi ho saputo del guasto e delle soppressioni. Ho un interrail pass, posso prendere qualunque treno, spero che prima o poi ne parta uno per Firenze. Aspetto”. Mettersi il cuore in pace e attendere, senza crearsi aspettative e false illusioni. Questa è integrazione.