
Don Alberto Marsiglio
Milano, 24 maggio 2019 - I manifesti sono stati appesi su una colonna di via Del Turchino all’ingresso dell’oratorio della parrocchia Sant’Eugenio, periferia milanese a due passi da viale Molise e dall’Ortomercato. «L’oratorio è chiuso a tempo indeterminato. L’accesso alla struttura è consentito unicamente per le attività organizzate». «Speriamo sia una lezione per tutti – ripete il parroco don Alberto Marsiglio –. Niente violenza».
Tutto nasce da un episodio accaduto mercoledì pomeriggio della settimana scorsa. Una scena da far west proprio lì, nel cortile dell’oratorio, davanti alla chiesa. Prima un ragazzino ha accusato un coetaneo rom di avergli rubato la bici, poi sono intervenuti due adulti - uno per parte - e sono passati in pochi istanti dalle parole ai fatti. Botte da orbi sotto gli occhi dei ragazzini dell’oratorio, terrorizzati. Così don Marsiglio non ci ha pensato due volte: «La violenza non deve entrare in nessun caso». E ha chiuso l’oratorio. Nei fatti, i cancelli ieri sono stati riaperti - dopo i giorni - come si legge su altri cartelli: «Oggi l’oratorio è aperto. È una prova, per oggi». Un via libera però «condizionato» - come specifica il parroco - al rispetto delle regole scritte nero su bianco: «Per poter rimanere in oratorio occorre comportarsi civilmente». Se no, cancelli sbarrati a tempo indeterminato. Perché su un altro cartello il don ha scritto nero su bianco, a caratteri cubitali: «Non si picchia e non si usa violenza per nessun motivo. Chiunque non rispetti queste regole deve uscire dall’oratorio. Se entri qui, accetti queste due regole».