Risolto il delitto del Corvetto Intercettazioni e telecamere inchiodano i due amanti killer

Andrèia Nascimento e il compagno Giovanni Iuliano sono accusati dell’assassinio di Piero Luigi Landriani. Le immagini smontano la bugia dei due pusher marocchini. La donna e il compagno trovati in una tenda.

Risolto il delitto del Corvetto  Intercettazioni e telecamere  inchiodano i due amanti killer

Risolto il delitto del Corvetto Intercettazioni e telecamere inchiodano i due amanti killer

di Nicola Palma

"Io non ci vado in galera per te... sei tu che hai ammazzato...". "Ma tu sei una m.". "Io non vado in galera così". Sono le 19.52 del 9 maggio. Andrèia Cristiane Nascimento, quarantanovenne brasiliana di San Paolo, e Giovanni Iuliano, trentacinquenne originario della provincia di Salerno, parlano al telefono: lei si sente braccata, è un fiume in piena; lui prova a calmarla, la invita a riflettere. "Ammetti, ammetti che hai ammazzato...", urla Nascimento. Di cosa parlano? Dell’assassinio del sessantanovenne Piero Luigi Landriani, ucciso a coltellate il 25 aprile in un appartamento Aler di via dei Panigarola 8. Nascimento viveva in quella casa, ufficialmente come badante convivente dell’assegnatario; e spesso la raggiungeva il compagno Iuliano, nonostante alcuni testimoni abbiano riferito della contrarietà di Landriani a quegli incontri prolungati. Sarà proprio Nascimento, la sera del raid, a dare l’allarme, sostenendo che due marocchini hanno aggredito il sessantanovenne per un debito di droga da 70 euro, lasciandolo a terra agonizzante. L’esito delle indagini racconta altro: secondo quanto accertato dagli agenti della Omicidi, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo, in casa a quell’ora c’erano solo Nascimento e Iuliano con Landriani, come dimostrato dai filmati delle quattro telecamere a presidio del cortile interno dello stabile al Corvetto. Proprio sulla base di quei fotogrammi e del poco fraintendibile contenuto delle intercettazioni, il pm Andrea Fraioli ha disposto il fermo di entrambi per omicidio, motivando il provvedimento con il pericolo di fuga: i due sono stati scovati in una tenda di fortuna nei giardinetti di via Virgilio Ferrari. Dagli atti emerge che Iuliano è entrato alle 22.28 ed è uscito "camminando a passo veloce e guardandosi intorno" alle 23.17. La prima chiamata al 112 di Nascimento è delle 23.12: Iuliano è ancora lì, e prova ne è il fatto che nell’audio registrato si sente la donna che gli dice "Tu mi lascia di fottermi da sola? Io mando la polizia a casa tua eh... Giovanni, Giovanni...". Poi il trentacinquenne se ne va, ma la preoccupazione lo spinge a contattare nuovamente la quarantanovenne per sapere cosa stia succedendo: "Tu sei testimone – gli dice Nascimento, come a voler ribadire quanto concordato –. Tu hai visto che i marocchini hanno accoltellato a lui, allora perché non ti presenti?".

Nei giorni successivi, le tensioni esplodono in dialoghi-fiume che valgono quasi come una confessione. Chi ha sferrato i fendenti? Al momento non è stato ancora stabilito: per gli inquirenti, "è verosimile che abbiano materialmente agito in due", anche se autopsia e nota tecnica del Gabinetto regionale della Scientifica, coordinato dalla dirigente Anna Maria Di Giulio, potrebbero dare risposte più chiare. Il movente? Non semplice individuarlo, "in una realtà difficile in cui si affastellano fatti e segmenti di storie interpersonali", ma è probabile che "la spinta al delitto" sia maturata "in un contesto di lite ormai saturo" tra Landriani e Nascimento.

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