
di Barbara Calderola
La violenza sulle donne raccontata da due uomini. Un punto di vista che indaga "l’inferno che si nasconde in tante, troppe case", raccontano gli autori, il fotografo Giuseppe Serrapica e il poeta Salvatore Carrella. "Risalite", la mostra dei due artisti, un napoletano e un vapriese, amici d’infanzia, è un pugno allo stomaco: cinque componimenti accompagnano cinque immagini che arrivano dritte al cuore. Il comune denominatore è diverso dal solito: "Queste sono vittime sfuggite al femminicidio", cioè ne sono uscite, da qui il sottotitolo, "Storie di viaggi non a senso unico". Da ieri fino a domenica prossima i pannelli sono esposti al centro commerciale Acquario di Vignate: "Una vetrina importante per un messaggio che non ci stancheremo mai di ripetere: si può lasciarsi tutto alle spalle", insiste Carrella. Ci credono le clienti che si fermano a leggere, fra loro c’è anche chi vive il dramma di un marito aguzzino. "Siamo lontani dallo stereotipo – dicono gli autori – parliamo di mamme settantenni con figli adulti che hanno subito per tutta la vita". La mostra sarà itinerante, dopo Vignate farà tappa al Teca, il teatro di Cassano (le date non sono ancora disponibili) e infine nella Sala degli specchi a Trezzo (dal 19 al 26 novembre), nell’ambito delle iniziative organizzate dalla Rete Viola in occasione del 25 novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. "Parole e foto raccontano un viaggio nel quotidiano di chi viene picchiata e vessata ma trova la forza dentro di sé per risalire la china", aggiungono gli artisti.
Diversi i punti di partenza: c’è chi nega di avere un problema e chi ha subito lo stupro etnico, chi ha avuto la faccia sfregiata dall’acido e chi ha annullato la propria identità per l’altro. Copioni che si ritrovano nelle case rifugio della zona. Da inizio anno sono già 86 le mogli e fidanzate che hanno chiesto aiuto a uno degli sportelli della rete – 5 quelle ora al sicuro in alloggi protetti – nel 2021 invece gli Sos sono stati 145, 10 dei quali conclusi con l’allontanamento dal tetto coniugale. La sopraffazione di compagni e mariti non fa differenze di censo o di istruzione. Succede a chi ha tanti mezzi e a chi ne ha pochi, a chi ha la laurea o la licenza elementare, "a riprova che il fenomeno ha radici profonde che riguardano l’aspetto sociale delle nostre relazioni", sottolinea Serrapica.