Ripresa fra le ombre Entro ottobre previste 128.560 assunzioni "Ma manca equità"

Il 57% è a termine, con picchi del 64% nel settore delle costruzioni. Frenata nel commercio e turismo. Il question time della Cgil a Sala.

di Andrea Gianni

MILANO

I dati, letti in superficie, fotografano una ripresa occupazionale dopo le vacanze d’agosto che prosegue e supera i livelli dell’anno scorso. Le aziende con sede nella Città metropolitana di Milano hanno in programma da qui a ottobre 128.560 nuove assunzioni. Quelle registrate nello stesso periodo del 2022 sono state 123.920 e quindi, secondo l’ultima rilevazione di Unioncamere-Anpal (Sistema Informativo Excelsior) c’è in generale un saldo positivo di 4640 unità. Un exploit concentrato nel settore dei servizi alle persone, con 10.200 assunzioni in più rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre settori come il commercio, la ristorazione, i servizi turistici e alle imprese registrano dati negativi (nei servizi alle imprese ben 6.230 assunzioni in meno rispetto al periodo agosto-ottobre 2022) che smorzano la crescita complessiva, segno di una frenata economica dovuta anche all’inflazione. Un trend che emerge anche allargando lo sguardo alla Lombardia. E, sotto la crosta dei dati, restano i problemi irrisolti: precarietà, disuguaglianze e a stipendi inadeguati al costo della vita.

Il 57% delle assunzioni programmate nella Città metropolitana di Milano sono infatti a tempo determinato, con punte del 64% (74% considerando tutto il territorio lombardo) nei settori delle costruzioni e dei servizi alle persone. "La ripresa occupazionale non si è legata alla creazione di lavoro di qualità – spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione – e questa si sta rivelando un’occasione persa. Per intervenire sul problema degli stipendi a Milano tutte le parti sociali dovrebbero sedersi attorno a un tavolo. Gli enti pubblici dovrebbero giocare un ruolo più forte – prosegue – spingendo sulle aziende per una contrattazione di secondo livello, ora applicata in poche realtà, che migliori le condizioni rispetto ai contratti nazionali, anche alla luce del costo della vita di Milano". Un messaggio che la Cgil lancerà con una tre giorni di incontri, dal 20 al 22 settembre sul piazzale della Camera del lavoro: al centro il tema della casa, dei redditi e del lavoro povero, concludendo con un question time al sindaco Giuseppe Sala.

Una battaglia contro le disuguaglianze al centro dell’agenda dei sindacati. "È necessario un intervento mirato per affrontare le sfide del mercato del lavoro – spiega il segretario della Uil Milano e Lombardia Salvatore Monteduro – in particolare la precarietà e le difficoltà nel reperimento del personale. In questo contesto, riteniamo fondamentale una legge di bilancio dello Stato con azioni dirette a garantire il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. La piena realizzazione dei progetti del Pnrr è essenziale per rilanciare l’economia nel suo complesso". I segnali d’allarme, guardando i dati sulle assunzioni previste fino a ottobre, riguardano infatti settori importanti dell’economia milanese, come i servizi alle imprese e gli impieghi legati a un turismo in forte ripresa. "Il rimbalzo occupazionale seguito alla pandemia – spiega il responsabile del Dipartimento mercato del lavoro della Cgil di Milano, Antonio Verona – non ha generato una svolta verso una maggiore equità. La ripresa, anche alla luce di una inflazione che non accenna a diminuire, è basata su fondamenta fragili". Un’occasione persa anche per lo sviluppo di quei modelli di lavoro da remoto e flessibili che furono una scelta obbligata durante la pandemia. "A Milano è stato fatto troppo poco per scelte organizzative con una dimensione e una regia collettiva – spiega Luca Solari, professore di Organizzazione aziendale all’Università Statale di Milano – ad esempio tanti uffici restano vuoti o sottoutilizzati, mentre proliferano costosi coworking privati. In generale si assiste a un arretramento sullo smart working soprattutto nelle piccole e medie imprese, con differenze che si allargano rispetto alle grandi realtà dove è diventato ormai strutturale".