Alessandro
Poltronieri*
Ogni anno un nuovo inizio. Inizio di cosa? L’inizio di lezioni, studi e incontri. Sarebbe facile vedere tutto questo semplicemente come la fine del tempo della libertà e spensieratezza estiva e l’inizio delle cose da fare, di impegni e scadenze. Sarebbe facile, ma soffocante. Quanto invece è più entusiasmante pensare che l’università possa essere il terreno fecondo in cui può sorgere un nuovo inizio. L’inizio di persone adulte capaci di maturare un giudizio critico e originale sul mondo nel quale vivono. L’inizio di un pensiero capace di valorizzare la storia da cui è sbocciato. L’inizio di trame di relazioni e rapporti tutt’altro che accessori, ma costitutivi nella formazione di un soggetto responsabile nella comunità civile. Nell’esperienza dello studio questo inizio assume un’ulteriore sfumatura, ancor più elettrizzante: l’inizio dello studio personale di una disciplina è preceduto da chi quella materia l’ha costruita e fatta crescere. Il nostro quotidiano inizio è già sempre iniziato da chi ci consegna questa tradizione. Non nasciamo soli, siamo sempre immersi in una storia particolare. Ma senza il nostro personale inizio, qui e ora, tutta questa meravigliosa tradizione che ci precede non sarebbe più attuale, perderebbe forza attrattiva ed efficacia. Nell’apparente banalità dell’inizio di un anno, ogni universitario è chiamato a una fondamentale responsabilità culturale. Senza il nostro impegno di oggi, il passato diventerebbe trapassato, incapace di incidere nel presente. La responsabilità culturale non è per noi un peso insopportabile che ricade sulle nostre spalle senza che noi ce lo siamo scelti. Non siamo affaticati o annoiati, ma soprattutto il nostro argine critico non viene sommerso dalla mole incommensurabile dei pensieri, degli studi e delle scienze che ci precedono. Anzi è proprio grazie a una nostra personale rielaborazione di questa tradizione che si può delineare un cauto progresso. E chissà, magari un giorno, saremo in grado nel nostro piccolo di dare un contributo a questa tradizione straordinaria che si chiama cultura. *Iscritto a Filosofia