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Rifiuti, progetto Circular Carbon: dagli scarti "l’oro" per la plastica bio

Si chiama Circular Carbon ed è soltanto il primo di una serie di progetti ambientali ambiziosi che il Gruppo Cap, gestore del servizio idrico e dell’ex forno inceneritore di Sesto San Giovanni, intende insediare proprio a Sesto nella nuova Biopiattaforma che si sta sviluppando in via Manin. Circular Carbon è il nome di un progetto internazionale che coinvolge l’impianto di Sesto e quello gemello di Saragozza, in Spagna, che mira a produrre biopolimeri e minerali da impiegare per la produzione di bioplastiche, utilizzando i fanghi del vicino deupuratore e la frazione umida dei rifiuti prodotti dai Comuni del Nord Milano. La BioPiattaforma utilizzerà una parte delle 30mila tonnellate di rifiuti umidi prodotti ogni anno dalle utenze domestiche nei Comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese e Cinisello Balsamo. Si calcola che si potranno recuperare oltre 500 tonnellate all’anno di polidrossialcanonato. Un biopolimero privo di petrolio da impiegare per la produzione di bioplastiche. Cap diverrà il maggiore soggetto produttore di questo materiale, che verrà poi conferito a Novamont, nell’ambito di una partnership pluriennale per il riutilizzo del materiale. Saranno anche prodotti fertilizzanti biologici con proprietà biostimolanti e grafene da impiegare a livello industriale. Dopo una prima fase di studio, i processi diverranno operativi nel 2023, e a regime, dal 2024. "Il progetto mira ad essere prima di tutto un modello efficiente ed efficace di economia circolare, che potrà poi essere replicato presso altri impianti del Paese - spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap - . Il Modello BioPiattaforma mira, infatti, a sviluppare nuove opportunità di business basate su una innovativa concezione di utilizzo dei rifiuti".

Rosario Palazzolo