Rider Uber al lavoro “blindati”: contratti e gestione al setaccio

L’inchiesta di Milano, il commissario ha trenta giorni di tempo per presentare la relazione

Il pm Paolo Storari ha chiesto e ottenuto il commissariamento di Uber Italy

Il pm Paolo Storari ha chiesto e ottenuto il commissariamento di Uber Italy

Milano, 2 giugno 2020 - Continuano a lavorare i rider del servizio Uber Eats, ma ora a controllare "i modelli di gestione" della filiale italiana del gruppo americano, per evitare forme di sfruttamento dei lavoratori, c’è l’amministratore giudiziario nominato dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. A tre giorni dal commissariamento della piattaforma di delivery per caporalato, così viene descritta la nuova condizione lavorativa dei fattorini.

L’amministratore giudiziario Cesare Meroni entro trenta giorni dal commissariamento, disposto su richiesta del pm Paolo Storari, dovrà presentare "una relazione particolareggiata che tenga conto delle attività da svolgere", tra cui "rivedere tutti i contratti" verificando "la corretta osservanza delle regole normalmente adottate dal settore legale di mercato" e dare i "nulla osta" alla "stipula di nuovi contratti" coi rider. Il commissariamento è finalizzato, hanno scritto i giudici, a verificare anche se "esistano altre forme di sfruttamento di lavoratori esterni".

Ovviamente i rider non avranno più rapporti con le due società che, stando alle indagini, facevano intermediazione di manodopera per Uber. L’amministratore giudiziario dovrà muoversi "possibilmente d’intesa" con il management di Uber Italy e se non ci sarà la dovuta "collaborazione" si potrebbe arrivare anche al "totale impossessamento delle compagini societarie", come misura di prevenzione “estrema”.

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