
Il cantiere in via Cancano 5 è sotto sequestro da luglio
"Siamo come Davide contro Golia, però alla fine ha vinto Davide". Maria Castiglioni, dell’associazione Le Giadiniere Difendiamo Piazza d’Armi cita la storia narrata nella Bibbia in vista di una futura, ancora ipotetica, battaglia processuale. Sono stata raccolte infatti le prime 30 firme di milanesi, residenti nel quartiere di Baggio e non solo, disposti a valutare una richiesta di costituzione come parti civili, assieme all’associazione, nel procedimento con al centro le Residenze Lac, le tre torri da 25 fino a 45 metri di altezza nella zona del Parco delle Cave, in via Cancano 5, poste sotto sequestro nell’ambito delle inchieste della Procura di Milano su presunti abusi edilizi. I pm Petruzzella, Filippini e Clerici si preparano a chiudere le indagini preliminari, atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio per costruttori, progettisti e dipendenti comunali indagati. Mercoledì sera comitati e residenti si sono incontrati a Baggio, anche per valutare i prossimi passi "per tutelare la legalità". Un’indagine che è partita a seguito di un esposto presentato dall’avvocata Veronica Dini per conto di alcuni residenti segnalando le presunti irregolarità legate al progetto sviluppato dal gruppo francese Nexity, tra cui la "forzatura normativa che ha permesso l’incremento della volumetria e l’alterazione del paesaggio, senza alcuna attenzione al contesto".
"Con l’esposto abbiamo gettato il sasso ma ora è importante andare avanti – spiega Dini – perché altrimenti si rischia di avere un processo senza vittime, visto che il Comune non si costituisce parte civile". Per Maria Castiglioni, che punta il dito sul silenzio delle principali associazioni ambientaliste ad eccezione di Salviamo il Paesaggio, "le torri andrebbero demolite". C’è però, d’altra parte, la battaglia di chi ha già acquistato casa in quei palazzi in costruzione, come Filippo Maria Borsellino, portavoce del comitato Famiglie sospese. "Noi non abbiamo intenzione di costituirci parti civili – spiega – quello che ci interesse è avere un intervento normativo che risolva in tempi rapidi questa situazione, e che non vengano calpestati i nostri diritti". Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, è tornato sul tema, ospite di Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. "La legge cosiddetta ‘salva Milano’ è morta? Temo di sì, anche se tutto è regolato da una legge del 1942".
Andrea Gianni