
Indaga la polizia (foto di repertorio)
La tecnica è sempre la stessa, collaudata ed efficace. Venerdì sera alle 19, in viale Certosa, un cinquantenne milanese è caduto nella trappola più antica del mondo: il finto urto allo specchietto retrovisore. Ma questa volta il bottino è stato da capogiro: un orologio Patek Philippe del valore di 60 mila euro.
La scena si è consumata in pochi secondi. L’uomo, al volante della sua Audi, si è fermato al semaforo quando uno scooter lo ha sfiorato, spostando leggermente lo specchietto esterno. Gesto apparentemente innocuo, quasi un incidente. A quel punto la vittima, istintivamente, ha abbassato il finestrino e allungato il braccio per rimettere a posto il retrovisore. Un riflesso naturale, una reazione che i malviventi conoscevano perfettamente.
È bastato un attimo. Mentre il cinquantenne aveva il braccio fuori dal finestrino, è spuntato il complice. Un secondo uomo, probabilmente anche lui su due ruote, che con un gesto fulmineo ha strappato l’orologio dal polso della vittima.
I due malviventi sono spariti nel traffico milanese prima che l’uomo potesse rendersi conto di cosa fosse realmente accaduto. Un colpo portato a termine in meno di trenta secondi, sfruttando l’istinto più umano: quello di proteggere i propri beni. I ladri sono fuggiti rapidamente nel traffio. La polizia ha avviato le indagini.