ROBERTO CANALI
Cronaca

Reddito di cittadinanza e lo stop estivo via sms. L’assegno è già un ricordo per oltre settemila lombardi

Partite le revoche dell’Inps, ma c’è un esercito di 100mila persone ancora in bilico L’Anci: i municipi vanno accompagnati. La Cgil: il reinserimento è solo uno slogan

Pesante taglio del numero dei percettori del reddito di cittadinanza

Milano, 7 agosto 2023 –  Diceva il poeta Tomas Eliot che "aprile è il più crudele di tutti i mesi", i percettori del reddito di cittadinanza sono stati costretti ad aggiornare il calendario dopo che Giorgia Meloni, mantenendo una promessa espressa durante la campagna elettorale, ha deciso di togliere loro il sussidio introdotto da Giuseppe Conte nel corso del suo primo mandato sostenuto dalla Lega.

I lombardi senza assegno

Solo in Lombardia il provvedimento, notificato attraverso un anonimo sms da parte dell’Inps, ha rovinato le vacanze a 7.364 lombardi, o più probabilmente resa ancora più sola e triste un’estate da trascorrere in città perché con 538 euro e 23 centesimi al mese, l’importo medio dell’assegno nella regione, non si riesce ad andare molto lontano. Per tutti gli altri, 98.724, il Ferragosto è salvo ma già a settembre le cose potrebbero cambiare perché il Governo ha annunciato nuovi provvedimenti di revoca. Se in tanti saranno finalmente obbligati ad "alzarsi dal divano", come auspica chi da anni chiede la revoca del provvedimento assurto a emblema dell’assistenzialismo, per altri l’abolizione dell’assegno non farà altro che produrre un esercito di nuovi poveri.

La preoccupazione dei sindaci

È preoccupato il presidente dei sindaci della Lombardia, Mauro Guerra, che teme l’ingrossarsi delle file agli sportelli dei servizi sociali, già alle prese con mille richieste di aiuto. Rispondendo a una lettera di Manuela Zaltieri, presidente degli Assistenti sociali della Lombardia, il numero uno di Anci lombarda ha espresso la "piena condivisione rispetto alle preoccupazioni e alle difficoltà evidenziate nella gestione delle fasi transitorie legate alla conclusione della misura del reddito di cittadinanza, con particolare riferimento alle modalità e alle tempistiche adottate nella comunicazione ai percettori della sospensione del beneficio nonché alle ricadute che esse stanno provocando sia nei confronti dei cittadini coinvolti, sia nei confronti dei servizi dei Comuni lombardi". L’appello è al Governo perché "avvii una fase di confronto tra tutti gli attori coinvolti dalla questione, per definire una linea d’azione che possa accompagnare cittadini e Comuni nel complesso passaggio verso il nuovo assetto creatosi e confidando che le comunità non siano lasciate sole ad affrontare le nuove fragilità emergenti".

I sindacati

I sindacati sono decisamente meno diplomatici e, come ha fatto Monica Vangi segretaria di Cgil Lombardia, hanno accusato il Governo di "fare la guerra ai poveri visto che il reinserimento lavorativo è solo uno slogan". Anche nella nostra regione come nel resto d’Italia il numero di persone che hanno trovato lavoro attraverso i famosi, o famigerati, Navigator, è del tutto ininfluente. "La superficialità con cui è stato fatto inviare un sms da Inps è emblematico di come la destra al governo stia affrontando una situazione drammatica, scaricando la responsabilità sui servizi pubblici che con organici ridotti all’osso dovranno sostenere le richieste agli sportelli - prosegue Monica Vangi -. I requisiti previsti per accedere al nuovo Assegno di inclusione, oltre a essere molto stringenti, sono peraltro discriminatori. Per esempio il requisito dei 2 anni continuativi di residenza in Italia rischia di discriminare i lavoratori stranieri, stagionali in particolare, che tornano nel Paese di residenza per periodi prolungati". Nuovi poveri sì, ma non tutti uguali. Per le parti sociali l’ennesima disuguaglianza è servita.