Reddito di cittadinanza, la prova più dura: lavoro per 8.000

A settembre le convocazioni. Fase cruciale col Governo nel caos

Incognita reddito di cittadinanza

Incognita reddito di cittadinanza

Milano, 31 agosto 2019 - Dopo ritardi e incertezze, il reddito di cittadinanza arriva alla fase cruciale. Un banco di prova per testare gli effetti su occupazione e lotta alla povertà del provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle che si apre proprio nei giorni del caos romano, tra crisi di Governo, tentativi per formare un nuovo esecutivo e l’ipotesi elezioni. Solo nella Città metropolitana sono poco più di 8.230 i beneficiari del reddito che dovranno sottoscrivere il Patto per il lavoro nell’ambito della “fase due” ai nastri di partenza. Persone che, spiega l’Agenzia Formazione Orientamento Lavoro Metropolitana (Afol), che gestisce i centri per l’impiego sul territorio, «saranno contattate dalla prime settimane di settembre per fissare l’appuntamento»: verranno offerte proposte di lavoro per uscire dalla disoccupazione, con l’impegno di accettarne almeno una su tre.

Il 49% di questi 8.230 fa riferimento al centro per l’impiego di Milano, mentre gli altri sono “spalmati” sul territorio metropolitano. In tutta la Lombardia, invece, le persone da avviare a percorsi di politica attiva sono 33.598. Anche se i numeri sono più contenuti rispetto alle stime iniziali, quando la misura era ancora tutta da disegnare e calare nella realtà, il carico di lavoro è enorme per centri per l’impiego con personale ridotto all’osso e con le nuove figure dei navigator (tutor che affiancheranno i beneficiari nella ricerca del lavoro) ancora da formare e inserire. «Il quadro è preoccupante - spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini - noi abbiamo sempre giudicato sbagliato quel provvedimento, e ora la fase due si apre in una situazione di caos. Il futuro Governo dovrebbe disgiungere la lotta alla povertà dalle politiche attive del lavoro, che dovrebbero interessare la totalità dei lavoratori, non solo chi percepisce il reddito. Questa crisi potrebbe essere l’occasione per raddrizzare il tiro».

Le convocazioni nei centri per l’impiego, secondo il nuovo accordo Anpal-Regioni, dovrebbero concludersi entro settembre. Ma la quota di persone che riceveranno la chiamata rappresenta solo un parte dei beneficiari. A livello nazionale, infatti, solo il 30% di chi riceve il sussidio è occupabile. A Milano la quota è ancora più bassa. Secondo gli ultimi dati Inps riferiti a luglio, sono 16.699 le domande di reddito o pensione di cittadinanza accolte. Tra questi gli occupabili sono circa 4.000, il 24% del totale. Gli altri sono pensionati o persone che dovranno stipulare il Patto per l’inclusione sociale con i Comuni. Intanto c’è chi sta sul divano e chi preme per lavorare. Finora si sono presentati spontaneamente ai centri per l’impiego Afol 3.950 beneficiari: il 43% è nell’elenco di coloro che dovranno stipulare il Patto per il lavoro.

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