Red Passion On Air, a Milano un viaggio multisensoriale tra luce ed arte

Tre gli artisti di fama internazionale coinvolti nel road show di Campari: Massimo Uberti, Marco Gallotta e il duo Luca e Andrea De Cesare

Massimo Uberti e 'Regia'

Massimo Uberti e 'Regia'

Milano, 23 novembre 2018 - E' partito da Terrazza 12 presso Brian&Barry Building, a Milano, il Red Passion On Air, il road show di Campari che accende i 50 locali più esclusivi di Italia. Fino a marzo 2019, gli amanti del brand verranno coinvolti in un’esperienza esclusiva plasmata nella luce, che dà forma al vibrante immaginario della Red Passion. La luce diventa infatti il filo conduttore di tutto il tour, elemento che unisce Campari a cinema e arte. Da sempre parti fondamentali del DNA dell’iconico brand, trovano la loro quintessenza proprio nella luce da cui nascono, prendono vita e si diffondono.

L'albero della vita di Marco Gallotta
L'albero della vita di Marco Gallotta

 

Massimo Uberti, ci descrive la sua installazione 'Regia'?

"E' la classica seggiola da regista, l'idea è venuta parlando con la Campari perché loro hanno storicamente un forte rapporto con il cinema. Nel mio immaginario questa è la seggiola da regista su cui magari Fellini si sarebbe seduto per girare uno spot o piccolo film sulla Campari".

Oltre al soggetto, la luce diventa importante all’interno di un racconto visivo.

“La luce è ideologia, sentimento, colore, tono, profondità, atmosfera, racconto. La luce fa miracoli, aggiunge, cancella, riduce, arricchisce, sfuma, sottolinea, allude, fa diventare credibile e accettabile il fantastico, il sogno e, al contrario, può suggerire trasparenze, vibrazioni, dà miraggio alla realtà più grigia, quotidiana il film si scrive con la luce, lo stile si esprime con la luce".

Quando la luce diventa arte?

"La luce diventa arte quando riesce ad avere senso pur emozionando". Perché ha scelto di lavorare con il neon?

"Il neon è una scelta per certi versi obbligata, perché è l'unico strumento luminoso che riesce a mettere luce a 360 gradi. Ad oggi rimane insuperato".

Com’è lavorare con il neon?

"Meraviglioso non smette mai di stupirmi, ogni volta che si accende un’opera al neon è una magia che si rinnova.

Come si sviluppa il suo lavoro, tra progetto creativo e creazione tecnica?

"Normalmente disegno a mano libera con matita sul foglio e faccio scorrere i pensieri. Poi, quando ho davanti a me bozzetti e progetti, scelgo quali tenere e quali eliminare. Quelli che restano diventano elaborati e pian piano si tarsformano in un vero e proprio progetto. A quel punto procedo allo studio, in officina per installazioni più grandi, e da lì mi sporco le mani cominciando a costruire gli oggetti".

Ha iniziato subito con il neon o ha lavorato con altri materiali?

"Ho iniziato dipingendo andando a bottega. E poi con la fotografia, ma ho usato tutti i materiali e lo faccio ancora oggi: l’oro, l’argento, lo specchio. Quindi, le tecniche sono varie e molteplici. Il neon è però quello che più di tutti mi dà soddisfazione. E la collaborazione con Campari?

"E' nata un anno fa. Mi avevano contattato per fare un’architettura e poi abbiamo deciso insieme di orientarci verso rapporto che loro hanno con il cinema. Ma è solo l'inizio di una collaborazione che si approfondirà e diventerà più importante nei prossimi mesi".   

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