NICOLA PALMA
Cronaca

Rapito alla stazione per i debiti di gioco, il sequestro lampo e il messaggio al papà: “Forse è il mio ultimo sms”

Un cinese ludopatico di 23 anni ha raggirato un ragazzo conosciuto via chat e si è fatto inviare 20mila euro. Scoperto l’inganno, i connazionali si sono vendicati. Aveva perso 214mila euro giocando online

Il ventiduenne cinese aggredito da alcuni connazionali il 31 dicembre scorso in metrò a Collegno e trascinato con la forza

Il ventiduenne cinese aggredito da alcuni connazionali il 31 dicembre scorso in metrò a Collegno e trascinato con la forza

Ore 20.38 del Capodanno 2024. P.Q., cinese di 23 anni residente nell’hinterland milanese, scrive “Buon anno” al papà. Sette minuti dopo, ecco il secondo, drammatico, sms: “Forse è l’ultima volta che ti mando un messaggio, mi spiace che in questi anni vi ho dato così tanti dispiaceri, ancora una volta vi chiedo scusa, so che ho sbagliato”. In quel momento, il ragazzo è nelle mani dei sequestratori, in un’abitazione di Barge, in provincia di Cuneo: lì ci resterà per tre giorni, legato con fascette da elettricista e costretto a scrivere ai genitori per i soldi del riscatto. A quasi dieci mesi da quel rapimento-lampo, gli investigatori della Squadra mobile di Torino hanno individuato e bloccato la banda di connazionali che l’avrebbe tenuto in ostaggio per 72 ore: una famiglia composta da padre, madre e figlio è finita ai domiciliari, mentre ad altri cinque presunti complici è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La storia inizia nella tarda serata del 3 gennaio 2024, quando P.Q. si presenta al Fatebenefratelli per farsi medicare contusioni al volto e alla testa: racconta ai medici di un’aggressione subìta il 31 dicembre a Torino e dei tre giorni di prigionia. I poliziotti milanesi, subito informati dall’ospedale, girano le informazioni ai colleghi piemontesi, che il 5 gennaio raccolgono la testimonianza del ventitreenne cinese. Lui premette di avere gravi problemi di ludopatia e di aver sperperato circa 200mila euro al gioco on line: le successive verifiche faranno emergere perdite pari a 214.461,23 euro in cinque anni (di cui 85.242,28 euro solo tra settembre e dicembre 2023).

È in quel periodo che il ragazzo conosce il ventiduenne Jingyu Z. tramite un annuncio per la vendita di un cellulare: P.Q. si mostra interessato all’acquisto, ma poi propone all’interlocutore uno scambio euro-yuan particolarmente vantaggioso. L’altro ci casca e manda i primi 2mila euro, ma il ventitreenne non ricambia, limitandosi a inviare foto di finti versamenti. La truffa continua: P.Q. riesce a spillare altro denaro, con la scusa che quei contanti sono indispensabili per sbloccare i suoi conti corrente; in totale, Z. e i genitori effettueranno 24 bonifici tra il 20 ottobre e l’11 dicembre per 20.520 euro, anche se i diretti interessati ne rivendicheranno 65mila. A metà dicembre, i due si incontrano a Torino, alla stazione di Porta Susa: Z. si presenta insieme ai genitori, ma P.Q. riesce comunque a farsi dare altri 5mila euro.

E arriviamo al 30 dicembre: dopo l’ennesima richiesta di contanti, Z. (che però in quel momento si trova in Cina) propone a P.Q. di raggiungerlo alla stazione di Torino Porta Nuova, salvo poi spostare l’appuntamento nel metrò di Collegno. Il ventiduenne accetta l’invito, ma alle 19.30 viene prelevato con la forza da alcuni ragazzi cinesi, trascinato nel retro in un ristorante, denudato e lasciato in un bagno per un’ora. Poco dopo, il giovane viene infilato in una T-Roc e trasferito a Barge: prima di partire, la madre di Z., la quarantasettenne Lizhen L., lo schiaffeggia e gli dice: “Ti avevo detto di stare attento”; con lei c’è pure il marito cinquantenne Zudao Z.

La mattina di Capodanno, uno dei sequestratori infila un asciugamani in bocca a P.Q. e gli scatta una foto da inviare al padre. Il 2, il ventiduenne è costretto a firmare una scrittura privata in cui ammette di avere un debito; sul foglio viene impressa pure l’impronta digitale del pollice destro. L’incubo finisce all’alba del 3, quando P.Q. viene “scortato” al pullman in partenza per Torino: i rapitori gli danno pure 20 euro per il biglietto Porta Susa-Milano. Infine, il ricovero al Fatebenefratelli e la denuncia, contro il volere del padre spaventato da possibili ritorsioni. Le indagini hanno trovato evidenti riscontri alla ricostruzione del giovane, tanto da portare all’emissione dell’ordinanza del gip Antonio Borretta.