Rapita in Kenya, Silvia e il mal d’Africa: "Qui mi riempio di gioia"

Ex ginnasta, la cooperante milanese aiuta i bambini soli

Silvia Romano con i bambini dell'orfanotrofio in cui lavorava come volontaria (Facebook)

Silvia Romano con i bambini dell'orfanotrofio in cui lavorava come volontaria (Facebook)

Milano, 22 novembre 2018 - Ventitrè anni, milanese, ex atleta di ginnastica artistica, laureata in mediazione linguistica, cercava la sua strada. E il suo cuore e le sue aspirazioni l’hanno portata in Kenya a darsi da fare per una onlus, Africa Milele, con sede a Fano, nelle Marche. «Questo viaggio mi riempie di gioia».

Silvia Romano lo aveva confidato alla fine di ottobre a Francesco Pisani, amico e tra i titolari della palestra per cui lavorava (la milanese Zero Gravity) insegnando acrobatica ai bambini. Si rifetiva al fatto che sarebbe tornata in Africa dopo pochi giorni con un solo biglietto d’andata in tasca e, quasi mortificata, gli aveva comunicato che non avrebbe potuto ricominciare i suoi corsi sportivi. «Ma era felice – sottolinea Pisani–, perché questo era il suo sogno: tornare in Africa dopo averci lavorato due mesi l’estate scorsa. Era rimasta incantata». Sui social si vede sorridente mentre veste tipici abiti africani o in posa coi ‘suoi’bambini che seguiva attraverso un progetto di sostegno all’infanzia: sorrisi, visi dipinti coi colori dell’arcobaleno, allegria a tavola. Immagini sempre affiancate da citazioni, una presa prestito da una canzone di Jovanotti («Come posso io non celebrarti vita?»), un’altra di Fiorella Mannoia («Non frenare l’allegria, non tenerla tra le dita, ricorda che l’ironia ti salverà la vita»), tante frasi scritte di suo pugno. «Amo piangere commuovendomi per emozioni forti, sia belle sia brutte, ma soprattutto amo reagire alle avversità. Amo stringere i denti ed essere una testa più dura della durezza della vita. Amo con profonda gratitudine l’aver avuto l’opportunità di vivere».Lei che «ama vivere, è una trascinatrice, contagia tutti con la sua allegria. Talmente estroversa che a volte la prendevamo in giro per questo suo carattere così esuberante», dice Pisani.

In estate era stata volontaria per la Orphans’s dreams onlus e cercava di sensibilizzare le persone anche a distanza, spronandole a donare qualcosa o a comprare braccialetti realizzati dai bimbi, per ampliare la struttura e promuovere progetti. «Dopo più di due settimane –scriveva ad agosto sui social –posso garantirvi al 100% la serietà, l’onestà e l’amore da parte di chi lavora per questi esseri speciali». AMICI e conoscenti incontrati nel suo quartiere, il Casoretto, rimarcano questo suo «desiderio di donarsi agli altri. Aveva in mente questo: laurearsi per poter viaggiare e aiutare i meno fortunati». Il giorno della laurea, conquistata lo scorso febbraio alla Scuola superiore di mediazione linguistica Ciels, a Milano, aveva scritto: «Il primo di una lunga serie di sogni da realizzare. Che spettacolo incredibile è la vita». Silvia estroversa, riflessiva e legatissima alla sua famiglia: mamma, papà e sorella maggiore. Nessuno dei familiari, per ora, se la sente di parlare. «Li capiamo. Siamo tutti in ansia per loro –il ritornello di vicini di casa e commercianti –, speriamo che Silvia torni presto a casa».

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