Rapine ai tassisti, uno dei fermati: "Servivano per strafarmi di droga"

La cruda confessione emerge dall'ordinanza con cui il gip ha convalidato i fermi e disposto la custodia in carcere per entrambi i rapinatori

Rapina a un tassista (frame video della polizia)

Rapina a un tassista (frame video della polizia)

Milano, 16 agosto 2020 - "Ci siamo divisi i soldi (...) siamo andati a comprarci cocaina (...) quella notte io ho dormito nella stazione di Certosa, ero strafatto". Lo ha messo a verbale 'Habib', questo il soprannome del 27enne di origine egiziana fermato assieme al 22enne milanese B.M. a per le due  "violentissime" rapine del 10 e 12 agosto ai danni di due tassisti a Milano. La cruda confessione emerge dall'ordinanza con cui il gip di Milano Raffaella Mascarino oggi ha convalidato i fermi e disposto la custodia in carcere per entrambi.

Anche  il 22enne, difeso dal legale Robert Ranieli, "ha ammesso gli addebiti - scrive il gip - precisando di essersi indotto a commettere le rapine per procurarsi il denaro con cui acquistare" la cocaina "al cui uso è dedito". Dopo aver "bevuto e fumato insieme a B.M.", ha raccontato ancora "Habib" (difeso dall'avvocato Francesco Beretta), assieme ad un altro ragazzo (si sta indagando per individuare lui e un altro) "siamo andati in zona Duomo con l'idea di tirare su un po' di soldi". E così "abbiamo pensato - ha aggiunto - di rapinare un taxi". Il primo tentativo è andato a vuoto: "siamo saliti a bordo, quando ci siamo resi conto che si trattava di una signora abbiamo deciso di non rapinarla". 

Poi, però, hanno colpito due volte, fingendosi clienti e puntando un coltello alla gola dei tassisti, e la "violenza" delle rapine e gli elementi che hanno portato ai fermi vengono descritti puntualmente nelle 14 pagine di ordinanza. A un certo punto, però, i due si sono accorti che un "video registrato dalla telecamera in funzione all'interno del taxi aveva cominciato a circolare su Youtube". Da qui la decisione di fuggire in treno verso la Puglia, ma la polizia è riuscita fermarli in stazione.

Anche la madre di uno dei due, come emerge dalle intercettazioni, sapeva come stavano le cose e diceva a un'altra persona: "Ho detto o ti costituisci (...) o è meglio che va via... cioè vai via (...) non stare a casa perché ho i bambini, non è per cattiveria". Di "spregiudicatezza" e "non trascurabile capacità criminale" parla il gip descrivendo le condotte dei due giovani. 

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