"Uno corpulento, l’altro spilungone": presi i due rapinatori di anziane

Marocchini senza fissa dimora hanno messo a segno almeno 5 colpi tra Città Studi e Villa San Giovanni. Una vittima: "Mi hanno spinto con violenza contro una macchina per prendermi la collana"

I due sono stato arrestati dagli agenti del commissariato Villa San Giovanni

I due sono stato arrestati dagli agenti del commissariato Villa San Giovanni

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Puntavano le vittime per strada, donne tra i 60 e gli 80 anni, senza badanti né altri accompagnatori, con addosso gioielli vistosi e di valore. Poi uno bloccava la malcapitata alle spalle, tappandole la bocca e intimandole di non urlare mentre il complice le strappava via il monile. Infine la fuga con il bottino. Ma per i presunti autori, Aziz Bellouza e Adil Khay, marocchini di 47 e 33 anni, senza fissa dimora, si sono aperte le porte del carcere dopo mesi di indagini che hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti. Ai due sono state attribuite cinque rapine, commesse tra il 23 settembre e il 29 ottobre scorsi, ma potrebbero essere molte di più quelle messe a segno tra le zone di Città Studi e Villa San Giovanni. A unire per primi i tasselli e a capire che poteva esserci una serialità dopo aver collezionato denunce di vittime (almeno 8 i casi esaminati), sono stati gli agenti del Commissariato Città Studi diretti da Maria Cristina Lomartire: la tecnica utilizzata era sempre la stessa. Identiche anche le descrizioni dei due banditi, "uno corpulento e calvo, l’altro magro e alto".

Una coppia, insomma, che non passava inosservata. Secondo quanto ricostruito, il 23 settembre 2021 i due sono entrati in azione in via Monteverdi rapinando una donna di 80 anni. Quattro giorni dopo hanno preso di mira una settantatreenne in via Ponchielli. Il 30, invece, hanno aggredito una signora di 78 anni in via Montepulciano. L’elenco continua con la rapina messa a segno il 25 ottobre in via Predabissi ai danni di una donna di 82 anni. Ancora, il 29 ottobre in via Pergolesi la vittima è stata una sessantatreenne. Prediligevano il tardo pomeriggio, verso l’imbrunire, quando le vittime rientravano a casa dopo qualche commissione o dalla messa. Dopo averle seguite fino a casa, agivano. Potrebbe essere finita tra le grinfie degli stessi rapinatori anche Laura, di 75 anni, rapinata in via Sila lo scorso 15 ottobre, che ha raccontato su queste pagine quello che le è accaduto: "Mi hanno bloccato le braccia e mi hanno spinto con violenza contro una macchina parcheggiata dicendomi ‘Stai zitta, non ti facciamo niente’. Poi mi hanno strappato la collana e sono scappati". A lei era successo poco prima di mezzogiorno. "Sono stati attimi di terrore". Quel giorno aveva deciso di indossare una collana, "un gioiello vistoso regalatomi da mio marito per un nostro anniversario, dal valore di circa 5mila euro ma che per me aveva soprattutto un valore affettivo".

Decisiva ai fini investigativi è stata la rapina del 25 ottobre in via Predabissi quando i due sono stati ripresi dalle telecamere interne del condominio: nonostante indossassero la mascherina, nel corso delle indagini sono stati riconosciuti dagli agenti del Commissariato Villa San Giovanni, guidati prima da Alessandro Chiesa (quando sono partite le indagini) e poi da Annalisa Stefani. A breve distanza dalla rapina i due complici sono stati sottoposti a fermo. Durante la perquisizione in una stanza d’hotel in zona Lambrate che era la loro “base“, i poliziotti hanno trovato gli stessi indumenti indossati durante la rapina e che si erano tolti poco dopo. Le caratteristiche fisiche e anche i vestiti coincidevano con le descrizioni fornite dalle donne rapinate. Le indagini sono andate avanti, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, e hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare per entrambi.

 

 

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