Rapinata della collanina e molestata

Via Calvi, ventinovenne arrestato per violenza sessuale. Calci e testate contro la macchina dei carabinieri

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di Nicola Palma

L’assalto nella notte per strappare la catenina a una ragazza che ha incrociato per strada. Gli schiaffi e le molestie. L’arresto immediato. Tutto in pochi minuti. Notte di paura in zona Risorgimento per una venticinquenne di origine marocchina, derubata e picchiata da un connazionale che non aveva mai visto prima e che è stato poi bloccato dai carabinieri con le accuse di rapina, violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale. In manette è finito il ventinovenne Bourhamra Jauad, irregolare in Italia e senza una dimora fissa, già noto agli archivi delle forze dell’ordine per precedenti di polizia legati a reati contro il patrimonio.

È da poco passata la mezzanotte di ieri quando I. si imbatte nello sconosciuto in via Calvi, a due passi da viale Bianca Maria, non si sa se dopo essere stata pedinata o molto più verosimilmente perché al posto sbagliato nel momento sbagliato. L’uomo la spintona contro il muro e la deruba della collanina; poi inizia a picchiarla e la palpeggia nelle parti intime. La venticinquenne prova a opporsi con tutte le sue forze, chiede aiuto, urla per richiamare l’attenzione di qualcuno in una strada semideserta a quell’ora. L’aggressore si allontana a piedi, ma non fa molta strada: a poche centinaia di metri di distanza dal luogo del raid, viene intercettato e fermato dai militari del Nucleo Radiomobile, guidati dal tenente colonnello Carmine Elefante. I. lo riconosce subito: "È lui". Jauad è palesemente ubriaco, e a quel punto se la prende con gli investigatori del pronto intervento: li insulta, si dimena per cercare di liberarsi dalla morsa, non vuole salire sull’auto di servizio che lo porterà in caserma, sferra calci e testate contro la barriera di plexiglas che separa i sedili anteriori da quelli posteriori.

Il ventinovenne prosegue il suo personalissimo show anche negli uffici dell’Arma in via Monti. Nel frattempo, I. ha già presentato denuncia; per fortuna non ha riportato contusioni che necessitassero di particolari cure mediche, soltanto qualche lieve escoriazione alle braccia. Jauad, invece, viene portato al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli, ma viene dimesso con zero giorni di prognosi per alterazione psicofisica; quindi, d’intesa con il magistrato di turno, finisce nel carcere di San Vittore in attesa dell’udienza di convalida.

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