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Ingannò Randi Ingerman inventando procedimenti legali, la sua avvocata andrà a processo

Serena Grassi, 44enne, deve rispondere di patrocinio infedele e falso in atto pubblico. Il procedimento si terrà a Brescia perché tra le parti civili c’è la giudice di Milano Adriana Cassano Cicuto

Randi Ingerman

Randi Ingerman

Milano, 5 dicembre 2024 – Per due anni avrebbe fatto credere alla sua cliente, Randi Ingerman, di aver avviato, e in alcuni casi vinto, delle cause legali. Per questo è stata mandata a processo, con le accuse di patrocinio infedele e falso in atto pubblico, l'avvocata Serena Grassi.

La donna è imputata per aver ingannato più volte, tra il 2020 e il 2022, l'attrice ed ex showgirl "facendole credere", anche creando "provvedimenti giurisdizionali falsi", di aver avviato o addirittura vinto alcune cause, che in realtà o non esistevano proprio o erano state perse. Lo ha deciso stamani la gup di Brescia Federica Brugnara, che ha disposto il rinvio a giudizio nel procedimento in cui sono parti civili la stessa Ingerman, rappresentata dal legale Davide Steccanella, e la giudice milanese (da qui la competenza di Brescia) Adriana Cassano Cicuto, assistita dall'avvocato Andrea Del Corno. L'imputata, infatti, avrebbe fatto passare la giudice e anche una collega, Zenaide Crispino, ignare di tutto, come firmatarie di provvedimenti in realtà taroccati. E il pm di Brescia Giovanni Tedeschi nei mesi scorsi aveva chiesto il rinvio a giudizio per l'avvocata 44enne. Il processo inizierà il 7 marzo davanti al giudice monocratico della prima sezione penale di Brescia.

Gli episodi di cui è accusata

In un caso l'avvocata, secondo le accuse, avrebbe fatto credere a Ingerman di aver avuto ragione in un procedimento contro una banca per una somma totale di "277mila euro" e in un'altra occasione le avrebbe detto di aver presentato "un ricorso all'Inps" o anche "di essersi costituita in giudizio" contro una clinica, che aveva assistito l'attrice per problemi personali. 

Come indicato dal pm nelle imputazioni, l'avvocata in una serie di fantomatici "procedimenti civili, penali e del lavoro" avrebbe redatto cinque "provvedimenti giurisdizionali" falsi, ma molto simili ad "atti originali". In particolare, tra il 2020 e il 2022, avrebbe creato un provvedimento di rinvio d'udienza di una causa civile, una sentenza civile con tanto di firma falsa di una giudice, un "decreto di omologa" della sezione lavoro del Tribunale milanese, anch'esso falso, come scrive la Procura, e firmato all'apparenza da un altro magistrato. E poi ancora una "sentenza" del Riesame ma senza firma e un "provvedimento di fissazione di udienza" davanti alla Corte d'Appello di Venezia. La denuncia di Ingerman - 57 anni, nata negli Usa e residente a Milano - contro la sua legale era stata presentata nel luglio 2022 e qualche mese dopo nell'inchiesta, inizialmente aperta dalla Procura di Milano, la Guardia di Finanza aveva effettuato anche dei sequestri di documenti a carico dell'avvocatessa, oltre ad una serie di accertamenti informatici. Poi era arrivata la trasmissione degli atti a Brescia per competenza territoriale