Milano, notte di terrore per due fidanzati: lei stuprata e lui pestato/ VIDEO

Le due vittime, che poi hanno denunciato l'accaduto, sarebbero state aggredite da un uomo armato, i carabinieri indagano per ricostruire i fatti

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Milano, 15 marzo 2018 - L'auto è stata ritrovata nel primo pomeriggio di ieri. A cinque chilometri dal luogo del brutale raid. Un elemento che avrebbe indirizzato in maniera decisiva le indagini dei carabinieri sull’aggressione avvenuta lunedì sera in fondo a via Chopin, estrema periferia sud di Milano: un ventiduenne picchiato e derubato e la fidanzata di 19 anni violentata da un uomo descritto dalle vittime come «sudamericano». L’uomo, braccato in queste ore dagli investigatori, è fuggito proprio a bordo della Fiat Punto dei due universitari, che si erano appartati in una zona molto isolata.

Tutto succede in pochi minuti, poco prima delle 23: a un tratto, la coppia vede spuntare un’ombra dai campi che si estendono a perdita d’occhio verso l’hinterland. Sono sorpresi, probabilmente gli dicono di allontanarsi. Lui, però, intima loro di scendere, mostrando le armi: «Una pistola e un coltello», metteranno a verbale i due nella denuncia formalizzata ai militari. Il bruto li costringe a consegnare tutto quello che hanno in tasca e nella borsetta: portafogli, monetine e soprattutto i due telefoni cellulari, così da scongiurare qualsiasi tentativo di chiamare aiuto. Non è finita: sempre secondo quanto riferito, l’aggressore ordina ai giovani di seguirlo al bancomat più vicino per prelevare altri contanti. Loro si rifiutano, provano a resistere. A quel punto, il «sudamericano» li fa scendere: picchia lui e abusa della 19enne tenendo lontano il 22enne sotto la minaccia dell’arma (non è chiaro se abbia usato la pistola o il coltello). Quindi, risale sulla Punto e sparisce nel nulla, lasciando i due giovani mezzi nudi in strada. Sotto choc, i ragazzi, coperti solo dai cappotti, attraversano i prati che li separano dalla più trafficata via Ripamonti e riescono a dare l’allarme con l’aiuto di alcune persone appena scese alla fermata del tram 24. Sul posto arrivano immediatamente i militari del Radiomobile e i sanitari del 118: i due raccontano quello che è successo, poi la 19enne viene accompagnata al centro specializzato della clinica Mangiagalli per gli accertamenti clinici del caso. 

Scattano le ricerche, indirizzate dalle informazioni che i ragazzi hanno fornito ai militari: una descrizione molto dettagliata dell’aggressore e dell’abbigliamento che indossava tre sere fa. Si tratta degli stessi investigatori, in forza alla Compagnia Porta Monforte, che nel novembre scorso riuscirono ad arrestare José Balmore Iraheta Argueta, il salvadoregno di 28 anni con un passato nelle gang di latinos accusato di aver stuprato una turista canadese, spacciandosi per tassista e pure incastrato come l’autore di una violenza sessuale, rimasta irrisolta per sette anni, ai danni di una donna a bordo di un treno regionale. 

Ieri la prima svolta, con il ritrovamento della Punto in zona Calvairate: i rilievi effettuati all’interno dell’utilitaria potrebbero aver fornito ai militari gli elementi utili per arrivare alle generalità del «sudamericano» di via Chopin. Lì dove 13 anni fa un’altra coppia fu aggredita da un branco di cinque ragazzini, tra cui due minorenni: in quattro si avventarono sulla ragazza, con il quinto complice a tenere fermo il fidanzato. Furono presi tutti, a distanza di poche settimane, dagli agenti della Squadra Mobile.

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