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Rullo e la madre, condanne anche per truffa

In attesa della Cassazione sugli ergastoli per l’omicidio dell’ex calciatore La Rosa, la coppia punita anche per frode alle assicurazioni

Raffaele Rullo e Antonietta Biancarello

Milano, 6 novembre 2021 - Non solo ergastolo. Altra condanna per Raffaele Rullo, 39 anni e la madre Antonietta Biancaniello, 63, già in carcere e condannati a vita anche in appello per l’omicidio dell’ex calciatore del Brugherio calcio Andrea La Rosa, il cui corpo quattro anni fa venne ritrovato in un fusto di benzina nel bagagliaio dell’auto della donna, un mese dopo la scomparsa. Il movente dell’omicidio sarebbe stato legato a un debito che Rullo non voleva restituire a quello che all’epoca era un suo amico. Ieri invece davanti al gup Stefania Pepe, a seguito di una tranche d’indagine sempre coordinata da procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Maura Ripamonti, con al centro un’associazione per delinquere finalizzata alle truffe sulle assicurazioni di auto, Rullo è stato condannato a 3 anni e 6 mesi, mentre la madre a 1 anno e 10 mesi con rito abbreviato. Nel giugno 2018, già in carcere per l’omicidio, entrambi avevano ricevuto un’altra ordinanza cautelare per questa vicenda. Nel frattempo, altri quattro familiari finiti indagati hanno già patteggiato per le truffe.

Le frodi sarebbero state messe in atto a partire dal 2014 e sarebbero consistite nell’assicurare contro il furto veicoli sulla carta in buone condizioni, ma che invece sarebbero stati da rottamare, per poi farli sparire, denunciare la loro scomparsa e riscuotere l’indennizzo. Alcuni anni prima di spingersi ad uccidere, in quello che se fosse una serie tivù sarebbe un “prequel” (una specie di antefatto), mamma e figlio secondo la Procura avrebbero debuttato nel mondo del crimine ai danni di alcune compagnie assicurative. Al loro fianco c’erano altri membri della famiglia: la figlia di Antonietta (e sorella di Raffaele) Sara, oggi 31 anni, ma anche la moglie di Rullo, Valentina Angotti, 39, tanto cara al marito che, sempre secondo l’accusa, successivamente Rullo tenterà di ucciderla facendo passare l’episodio come suicidio e venendo anche per questo condannato al carcere a vita.

Ma all’epoca siamo tra il 2014 e il 2017, il rapporto tra loro, almeno quello truffaldino, andava alla grande. Seguendo le direttive di Biancanello-Rullo, la banda - con le altre due donne di famiglia, ma anche con due persone loro amiche Evelina B. e Marco L. - sarebbe riuscita a riscuotere quasi 80 mila euro di rimborsi assicurativi, intestando le vetture (molto incidentate e di nessun valore) ai vari complici, assicurandole a prezzo di mercato e poi denunciando (falsamente) i furti delle rispettive vetture. Trucco quasi elementare ma efficace, se è vero che tra le compagnie truffate dalla strana coppia Rullo-Biancaniello & c. c’erano nomi come Allianz, Sara, Unipolsai... Notevole, nel complesso dellle vicende familiari, l’impegno di Rullo che, stando sempre alle indagini, prima si mise serenamente in società con la moglie nella faccenda di queste auto e poi, quando iniziò a litigare con lei che gli rinfacciava il modo in cui stava dilapidando i soldi faticosamente truffati dalla coppia, s’impegnò a cercare su internet il modo migliore per imbottirla di farmaci facendo passare per suicidio il suo progetto di farla fuori. Peraltro senza riuscirci, nonostante l’aiutino della mamma premurosa.