
Reddito di cittadinanza
Milano, 13 novembre 2021 - "Sia i o che il mio titolare ci siamo rifiutati. Dopo qualche giorno, giovedì 8 luglio, all’apertura mattutina del patronato abbiamo trovato la serranda divelta e l’insegna sfilata dalla sua sede". Il racconto è stato messo a verbale dall’operatore di un Caf milanese che ha provato a ribellarsi alla richiesta di violare la legge e avviare le pratiche a beneficio di romeni senza alcun requisito per ottenere il sussidio. Frasi che fanno emergere le "condotte minacciose" della banda di truffatori del reddito di cittadinanza smantellata dall’inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dal pm di Milano Paolo Storari, che ha portato a 16 arresti. Romeni che avrebbero intascato illegalmente oltre 20 milioni di euro. Il perno erano la società Nova Servizi, il Patronato Sias e i Caf del Movimento Cristiano Lavoratori, dove gli operatori presentavano le domande all’Inps (in tutto oltre novemila quelle irregolari) in cambio di soldi sottobanco. E chi provava a opporsi finiva in un vortice di minacce e violenze, emerse dai racconti dei dipendenti del Caf milanese di un altro circuito che avevano rifiutato di assecondare le richieste. «La Stelica (uno degli arrestati, ndr) ha iniziato a urlare nella sua lingua rumena e ad insultare tutti in ufficio dove c’erano anche altri clienti – ha raccontato alla Gdf l’uomo, J.C.C. – il mio capo l’ha invitata ad andare via". L’8 luglio, quindi, all’apertura i dipendenti trovano la serranda divelta e l’insegna danneggiata. E attorno alle 15, lo stesso giorno, si presenta in ufficio un "rumeno di circa 30 anni, alto, grosso, palestrato e con tatuaggi sulle braccia". "Mentre mi insultava vidi che aveva in tasca un cacciavite con il manico nero – ha riferito il testimone – io avevo paura e tremavo. Il mio capo gli diceva che non si poteva fare e lui continuava a urlare, sbattere per aria le sedie dell’ufficio, dare pugni violenti sulla scrivania. Ha fatto tutto questo per circa un’ora e mezza e si è calmato solo quando il mio capo ha ceduto". Il giorno dopo, quindi, Izabela Stelica si è presentata con una busta piena di documenti, una settantina, e le pratiche sono state avviate. Altri Caf, invece, erano un “suk“, dove bastava portare le liste di nomi e pagare il conto. Mercanteggiamenti emersi anche da un file audio trovato nel telefono di Ebrahim Allam, 41enne rappresentante legale del Circolo del Movimento Cristiano Lavoratori di Milano Corvetto finito in manette. "No zio, ti devo dare ancora 250 euro, 150 euro più 100 di quello dei due ragazzi. In tutto 250, non 300 zio. Fai il calcolo bene. Ti devo dare prima 150 più quelli delle due pratiche che hai messo a sera", affermava uno straniero non identificato. Il riferimento, secondo gli inquirenti, è all’inserimento di pratiche per far ottenere il reddito di cittadinanza o di emergenza a romeni senza requisiti. "Io ho sette persone che non hanno il codice fiscale, li hai fatti tu i codici fiscali sul calcolatore - è il contenuto di un altro audio –. Io ti pago lo stesso come prima, ti pago 100 euro a persona".