
di Leonardo Degli Antoni
Nessuno rimane indietro, nessuno è escluso. È con questo proposito che nasce “Cabò- Costruttori a Bordo”, il nuovo centro educativo inclusivo rivolto ai minori e alle famiglie con fragilità. Il progetto partirà il 12 ottobre presso il Centro Cabò, al quarto piano dell’Istituto Comprensivo Regina Mundi. Si tratta di uno spazio educativo di gioco, che tra gli scopi ha quello di scoprire le risorse e i talenti dei partecipanti. Inclusione, accessibilità e meraviglia, sono queste le tre parole chiave del progetto che, come spiega Elisa Paladino, la responsabile del centro, "È aperto a tutti i bambini tra i 6 e i 14 anni, sia con disabilità sia senza". "L’idea", aggiunge, "È quella di dividerli in gruppi da dieci, facendoli poi ruotare per una capienza massima di trenta partecipanti alla settimana. La cosa importante è che Cabò non vuole sostituire la scuola, è piuttosto un’integrazione dell’orario scolastico”. Ma cosa faranno i piccoli al centro? La fascia oraria è dalle 14 alle 18, dal lunedì al venerdì.
Durante questi incontri i bambini si cimenteranno in attività artistiche, ludiche ed espressive, per stimolare la creatività, l’autonomia e le competenze sociali. L’obiettivo è ben preciso, come sottolinea Paladino: “Cabò non è un percorso terapeutico, è piuttosto un’esperienza. Noi vogliamo scoprire il talento di ognuno, lavorando sul gruppo. Per questo i partecipanti svolgeranno diverse attività, tutte adatte alle loro diverse abilità; dalla musica, al teatro, alla danza, oltre a lavori concreti con le mani. C’è anche un momento di raccoglimento sotto la tenda, dove si canta una canzone per creare legami tra i bimbi. È come se si utilizzasse un linguaggio unico che può pareggiare le abilità di una persona".
Tutto questo si svolgerà sotto lo sguardo esperto di un gruppo di educatori professionisti il cui compito è anche lavorare con la famiglia dei minori, per accompagnarli verso la loro futura vita da adulti. "Durante il lockdown ci siamo accorti che tante famiglie si sono ritrovate sole", racconta Sara Barni, il direttore dell’associazione “La Nostra Comunità”, la onlus promotrice del progetto. "Quindi abbiamo deciso di fare un importante investimento economico, per sostenere quest’idea in cui crediamo molto. Abbiamo trovato un partner, la Cooperativa Sociale Maria Consolatrice, che è Ente gestore della scuola che ospita Cabò, e abbiamo iniziato questo percorso", aggiunge Barni.
"Siamo passati dal sogno di poter dare spazio al diritto dei bambini più vulnerabili, ad una realtà concreta che accoglie i progetti educativi di tanti minori e famiglie. Con Cabò vogliamo dare spazio al gioco, alla socialità, e al benessere di una comunità che educa", ha dichiarato Elena Dottore, presidente de “La Nostra Comunità”. Per accedere al servizio, che è anche sostenuto da Associazione “Per Milano”, è necessario un colloquio conoscitivo e valutativo del minore. Per ulteriori informazioni si può visitare il sito www.lanostracomunita.org , o chiamare lo 02715535.