"Qui a Bruzzano regnerà la mafia" Quei giovani che inneggiano ai clan

I messaggi-choc dopo lo sgombero della settimana scorsa dell’ex liceo Omero, tra insulti e minacce. Lanci di bombe carta e risse al culmine della tensione tra delinquenti di quartiere e alcuni occupanti

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di Marianna Vazzana

"Guarda là in che catapecchia vivevano, in mezzo a topi e scarafaggi. Ma vi è andata male luridi sporcaccioni. Ora regnerà una sola cosa: la mafia perché la mafia è bella. La mafia è vita". È un commento apparso su Facebook la settimana scorsa sotto un post inerente lo sgombero dell’ex liceo Omero di via Del Volga a Bruzzano, occupato dal collettivo Ri-Make e da famiglie senza dimora che si erano sistemate in un’altra ala del fabbricato. La tensione nelle ultime settimane era salita alle stelle sfociando in risse e inseguimenti con tanto di mazze e coltelli ed è culminata la sera del 26 luglio con il lancio di due piccoli ordigni di fabbricazione artigianale, le ennesime bombe carta, scagliati da un’utilitaria in corsa e scoppiati davanti alle finestre del piano terra: vetri in frantumi e per fortuna nessun ferito. Ultimo atto di una partita che si è giocata negli ultimi tempi tra alcuni residenti della zona (meglio, delinquenti della zona) e un gruppo di persone che avevano trovato riparo nell’ex liceo. Sgradite a qualcuno. E ora che il sito è libero c’è chi gioisce. Ma, stando al commento-choc, non ci sono solo i residenti contenti del piano di riqualificazione che si prospetta (il Comune ha aggiudicato l’appalto da 1,9 milioni di euro per bonifica e demolizione; il cantiere dovrebbe partire nella seconda metà di settembre). Già. C’è chi coglie l’occasione per scrivere che "la mafia è bella. La mafia è vita". Un giovane, stando al profilo. Spalleggiato da altri giovani. Seguono gli attacchi a chi contesta: "Non meriti di stare in mezzo a noi bruzzanesi, siamo una famiglia".

Un altro sfocia pure nel razzismo: "Il colore della tua pelle diventerà come quello della gente che ospiti". Segno che i tentacoli della criminalità siano una realtà viva in questo quartiere. D’altronde la “criminalità di quartiere“ a Bruzzano non è un segreto. Il pensiero corre subito ai casermoni del Quadrilatero dei Fiumi e ad alcune famiglie che li abitano, legate, secondo diverse indagini, più o meno direttamente ai clan di ’ndrangheta. Diversi, poi, gli incendi “misteriosi“ ma sicuramente non accidentali: l’ultimo è dello scorso 24 febbraio. Andata a fuoco l’insegna del negozio d’abbigliamento “Gap“. A settembre del 2014, rogo in un bar di via Acerbi. Due anni prima le fiamme avevano danneggiato un negozio di alimentari. Per la legalità si è espresso più volte anche l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli.

L’ultima, dopo i fatti dell’ex Omero: "A Milano e a Bruzzano, lo Stato e le istituzioni ci sono e ci sono anche tanti cittadini associati che lavorano ogni giorno per il bene comune. Purtroppo ci sono alcuni che usano altri metodi: la violenza. Vogliono far sapere che ci sono, che controllano il territorio". E ancora: "Lo ha detto anche la coordinatrice della Dda di Milano qualche giorno fa: in alcuni quartieri la ’ndrangheta vuole controllare il territorio, far vedere che c’è e comanda. Noi non lo permetteremo. Lo dico chiaro e forte: per chi usa violenza, sopraffazione, per la ’ndrangheta, a Milano e a Bruzzano non c’è spazio". Qualcuno, lo spazio, cerca di conquistarlo anche sui social.

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