Un giro di soldi, in particolare tra il 2014 e il 2020, passati, attraverso "pagamenti", dalla Lega o società collegate, come "Pontidafin e Radio Padania", sui conti delle imprese di Francesco Barachetti e poi arrivati, alla fine, su quelli di società riconducibili ai contabili del Carroccio in Parlamento Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Lo ha descritto, sentito come teste nel processo a carico di Barachetti per il caso Lombardia Film Commission, un funzionario di Bankitalia, Marco Pacini, che ha collaborato nelle indagini della Gdf, coordinate dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi. Nell’arco dei 7 anni, due delle società di Barachetti, elettricista bergamasco, vicino alla Lega, avrebbero incassato pagamenti "da Lega Nord e Lega per Salvini premier o società collegate" per circa 2,3 milioni di euro. Una parte di questi soldi che "sono arrivati dalla Lega" sono andati, però, "a confluire sulle società di Di Rubba e Manzoni", già condannati in abbreviato per la vicenda della vendita del capannone di Cormano (Milano) a Lfc, con la quale sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici.
CronacaQuell’elettricista incassò 2 milioni