Riccardo
Riccardi
Diversi sono gli accadimenti che stanno provocando un grave rallentamento della economia mondiale. Depressione, inflazione e stagflazione, i termini, tra i più usati, dagli osservatori. Quasi unanimi, a dispetto di dichiarazioni rassicuranti, nel concordare che il mondo sta entrando in una fase recessiva. La gente ha poca dimestichezza con la macroeconomia. Nel piccolo vale ancora la frase attribuita a Guicciardini "Franza o Spagna purché se magna". Viviamo nello ambiente globale economico caratterizzato, nel lungo termine, dal debito in aumento, da una demografia deficitaria nell’Occidente e dalla perdita di capacità di acquisto per il deprezzamento della moneta. Aumento di fame e povertà. Le banche centrali, fino a poco tempo fa, rassicuravano sulla inflazione. Ora, cambiando registro, sono orientate a politiche monetarie meno accomodanti con il conseguente rialzo dei tassi. Il ciclo economico negativo, turbato da pandemia e guerra, avrà ripercussioni sulla stabilità sociale. Si aggiungano i flussi di profughi ucraini e di quelli africani e asiatici spesso indotti dalla malavita che sfrutta la minaccia di carestia. In Germania, anche se vicino alla recessione, si stanno studiando ricette che, per il futuro, prevedono riduzione delle spese e del debito pubblico. Come dire parlare a nuora perché suocera intenda. Dove la suocera è l’Italia in osservazione nonostante il periodo. Lo Stivale è dominato da una politica corporativistica, quella del particulare guicciardiano. Il Governo è sorretto da una variegata maggioranza allargata e timorosa. Che subisce i rimproveri di un premier competente e deciso. È però iniziato il lungo periodo elettorale nell’ambito della gestazione del Pnrr. "Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista alle prossime generazioni". La citazione è attuale. Manca soltanto lo statista “politico” trentino.