Enrico Fovanna
Cronaca

Quella Manina tesa verso i bimbi

La storia di un’italiana andata in vacanza in Madagascar e rimasta per aprire 254 scuole a 13mila alunni

MILANO

A Nosy Be (un’isola del Madagascar) vive una donna italiana di nome Manina, insegnante di filosofia in pensione. Arrivata nel 1997 per una vacanza, affascinata dal posto decise di trasferirsi stabilmente. "Vivendo l’isola- racconta - venni però presto a contatto con le problematiche locali e con la condizione in cui gravavano molti bambini, dal punto di vista fisico e dell’istruzione".

Manina iniziò così a pagare la retta scolastica ad alcuni bambini. In poco tempo le richieste si moltiplicarono. Cominciò a costruire alcune scuole e stipendiare i maestri. Le prime strutture ospitavano 120 bambini, oggi le scuole di Manina sono ben 154 a Nosy Be e 100 alla Grande Terre, e più di 13.000 i bambini che vi accedono gratuitamente.

"Non ero andata a fare la missionaria, cercavo un luogo per scrivere e pescare, volevo fare il punto della mia vita. Era il dicembre del ’97, vacanze di Natale", dice Manina, nome difficilmente spiegabile in Italia, ma che in malgascio significa “nostalgia di una persona lontana”. Nostalgia è quello che provano gli abitanti, quando lei si allontana dall’isola, nostalgia è ciò che sente Manina per Nosy Be quando è in Italia. Si dice anche che camminare per le strade di Nosy Be al fianco di Manina, significa essere sommersi da un’ondata di “Ciao Manina!”. Non è un saluto è un grido, che tutti le rivolgono accompagnato da un sorriso.

Questo è il segno più tangibile della loro riconoscenza. Lei non è “Vazah” (che è il nome con cui i malgasci chiamano i bianchi): il popolo malgascio riconosce la sua appartenenza alla propria terra. Lentamente la donna è diventata un punto di riferimento per la popolazione, la sua attività è efficace perché capillare, senza troppe pretese. Sono molte le persone che Manina ha strappato all’indigenza (e a volte alla morte) e che oggi vivono dignitosamente grazie a lei e al supporto dell’associazione da lei fondata.

"Tutte le ingiustizie a cui nella nostra civiltà non c’è rimedio, lì le posso riparare. Con la massima sincerità: faccio molto ma quello che ricevo è ancora di più".

Tutto ciò che è stato costruito è di proprietà dei malgasci, e resterà al popolo malgascio. L’associazione “I Bambini di Manina del Madagascar” è nata nel 2004 come sodalizio no profit per l’esigenza di tenere in vita e ampliare il lavoro avviato da Manina a sostegno della popolazione di Nosy Be. Nel 2009 l’Associazione ha cambiato statuto e nome in “I bambini di Manina del Madagascar”, con sede legale in via Virgilio 38, a Roma e si è iscritta all’elenco dell onlus.

Dal 2009 dunque gli aiuti da persone fisiche o enti sono deducibili dal reddito. Fino a quel momento Manina ha portato avanti questo impegno con le proprie forze e l’aiuto di amici. Lo spirito positivo e determinato di Manina si riflette nell’associazione, che raccogliendo fondi e materiali in Italia, consente a Manina di intraprendere o rendere più agevole il mantenimento di attività esistenti, di partecipare ad iniziative già avviate o nuove, tese a sostenere l’esigenza del popolo malgascio di affrancarsi dall’ignoranza, dall’indigenza e dalle malattie. Il messaggio di ringraziamento espresso da lei verso i suoi sostenitori, è diventato il motto dell’associazione: “Vi ringrazio per quanto avete fatto fino ad oggi per noi”. Le iniziative che saranno nel futuro sostenute riguardano Istruzione Salute Assistenza Sociale.© RIPRODUZIONE RISERVATA