
di Leonardo Degli Antoni
Dopo la tragica esplosione dello scorso 4 agosto che ha devastato l’area portuale di Beirut, uccidendo circa duecento persone e ferendone altre settemila, ora il Paese ha bisogno dell’aiuto di tutti. I Frati Minori Cappuccini di Piazzale Cimitero Maggiore a Milano si sono schierati in prima linea per aiutare il Libano. Tra i numerosi progetti che i Cappuccini missionari hanno attivi in tutto il mondo, uno ha lo scopo di spedire container pieni di generi di prima necessità (alimentari, per l’igiene e la salute) in soccorso delle migliaia di persone che soffrono la grave crisi economica nel Paese, già teatro di guerre civili, di scontri con Israele e di guerriglie derivate dalla crisi siriana.
"Quanto è accaduto in agosto è stato il colpo di grazia", commenta Fra Abdallah, che è operativo a Baabda. "Oggi in Libano migliaia di cittadini sono ridotti alla fame. Vivevano di servizi bancari e finanziari, ma il sistema bancario è crollato. E il Covid19 ha bloccato l’altra fonte di reddito che era il turismo. I morti per il virus sono circa 12 al giorno su meno di 7 milioni di persone e continuano ad aumentare, ma la vera emergenza è economica. I giovani se ne vanno in cerca di lavoro, di una speranza di vita".
La corruzione è capillare. "Noi Cappuccini assistiamo 600 famiglie, cattolici, che in Libano sono la maggioranza. Ma aiutiamo anche i musulmani perché abbiamo buoni rapporti con tutti. Soccorriamo anche rifugiati iracheni e siriani". Per fare una donazione e supportare l’iniziativa dei Frati Cappuccini, si può andare sul sito www.missioni.org o fare un bonifico bancario: Missioni Estere Cappuccini onlus Iban: IT41Q 03069 09606100000119289, specificando nella causale che si vuole contribuire al progetto Emergenza Libano.
Ma questa non è l’unica iniziativa per aiutare il Paese. C’è anche Associazione pro Terra Sancta che a Beirut e Harissa aiuta le famiglie e le persone povere irachene, siriane e libanesi attraverso la distribuzione di cibo, vestiti, medicine e materiale scolastico per i bambini. Il progetto sostiene anche le persone anziane, i bimbi che mendicano la carità nella zona e le famiglie con persone gravemente malate o che non riescono a sostenere le spese scolastiche dei figli.
Infine, dal 2017 l’associazione si è occupata anche dei giovani siriani sfollati che vivono in strada e ha contribuito ad aprire la Casa San Francesco d’Assisi per l’Accoglienza e l’Integrazione. Ma di cosa si tratta? La casa può accogliere un massimo di sette giovani siriani contemporaneamente. Lo scopo è ospitare i ragazzi per un periodo di tre mesi, durante i quali non devono pagare l’affitto e si possono dedicare alla ricerca di un lavoro stabile e dignitoso, oltre alla messa in regola del proprio permesso di soggiorno. Se, al termine dei tre mesi, un ospite non ha ancora trovato lavoro può rinnovare la sua permanenza nell’appartamento per altri tre mesi, per un massimo di sei mesi. Per sostenere il progetto si può fare una donazione sul sito www.proterrasancta.org .