Quei fantasmi attorno alla Centrale: preso violentatore “espulso” per 5 anni

Blitz della polizia tra piazza Duca d’Aosta e le vie vicine. Ancora troppi bivacchi, malgrado il Covid. Lockdown e freddo hanno fatto diminuire i numeri

Controlli polizia intorno alla Stazione Centrale

Controlli polizia intorno alla Stazione Centrale

di Marianna Vazzana

Era stato espulso a marzo del 2019 e non sarebbe potuto rientrare in Italia prima di 5 anni. Ma due giorni fa stava bivaccando in piazza Duca d’Aosta, di fronte alla stazione Centrale. Uno dei tanti “fantasmi“ che vivono alla giornata e che forse pensano di essere invisibili. Ma non è sfuggito al controllo della polizia, Fouad Haddaoui, trentasettenne del Marocco con un curriculum gonfio di precedenti tra cui lesioni aggravate, violenza sessuale e furto. Ha aggredito gli agenti ed è scappato verso l’ingresso della metropolitana ma è stato preso, ammanettato e arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Anche se ieri pomeriggio piazza Duca d’Aosta, complice il lockdown e la pioggia, non era affollata, la “popolazione“ che gravita sull’area non sparisce mai del tutto. E i controlli delle forze dell’ordine restano costanti. Martedì alle 18.40, l’attenzione degli agenti si è concentrata anche su Haddaoui, che è stato notato nella piazza insieme a tanti altri e controllato. Indossava una borsa a tracolla e, alla richiesta di mostrarne il contenuto, ha iniziato a infastidirsi. Poi ha tirato fuori plichi di carte e materiale poco significativo cercando probabilmente di creare confusione, ma la polizia ha notato una taschina interna chiusa con una zip e l’ha aperta: dentro, c’era il passaporto che ha consentito di risalire alle vere generalità dell’uomo. E’ bastato inserire nome e cognome nel database per scoprire tutti i suoi precedenti. Vistosi scoperto, il trentasettenne ha aggredito i poliziotti per poi correre verso i sotterranei, dove c’è l’entrata delle stazioni della metropolitana. Lì è stato acciuffato e poi portato in Questura per gli accertamenti: comparate le impronte digitali e le foto segnaletiche, non c’erano dubbi sulla sua identità. Oltre ai precedenti, è emerso il provvedimento di espulsione a suo carico risalente a marzo del 2019, con durata di 5 anni. Quindi la sua situazione si è aggravata perché è rientrato illegalmente in Italia. Ora è in carcere.

Tra i “fantasmi“ che frequentano assiduamente l’area della stazione Centrale, anche l’algerino di 49 anni finito dietro le sbarre sabato scorso con l’accusa di aver stuprato una donna di 41 anni ad agosto di 15 anni fa nell’area abbandonata dell’ex stazione di Porta Vittoria. Incastrato dal dna rimasto su un mozzicone di sigaretta, identico a quello emerso nel tampone vaginale della vittima. Ma fino a un paio di mesi fa, il violentatore non aveva un nome né un volto. La svolta è arrivata a novembre, quando gli esperti del Ris hanno comunicato che la Banca dati nazionale del Dna (operativa da quattro anni) ha accertato il "match" tra il profilo genetico dello stupratore e il tampone salivare eseguito a San Vittore a un algerino arrestato nel 2017 per furto. Quando i carabinieri lo hanno trovato, ha detto solo "Bene, così me ne vado a dormire in un posto caldo". Proprio nell’area attorno alla stazione Centrale era stato denunciato per furto qualche mese fa. Senza fissa dimora, dorme dove capita e ha precedenti per reti contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale.

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